Taser, parla il comandante: «Per adesso non ci serve» 

La polemica. Fa discutere l’inserimento della pistola elettrica nel regolamento di polizia locale  Il sindaco Bianchi ne esclude l’acquisto e critica l’opposizione che parla di «strumento di tortura»


Bruno Canali


Laives. Inserire il taser (la pistola elettrica) fra le dotazioni contemplate dal nuovo regolamento della polizia locale di Laives non significa il taser che venga acquistato. Lo ha sottolineato il sindaco Christian Bianchi a più riprese e lo conferma il comandante della polizia locale Roland Pichler.

“L’inserimento del taser fra le dotazioni previste nel nostro nuovo regolamento - spiega Pichler - è stato deciso semplicemente per non dovere poi, in futuro, rimetter mano al testo e alle regole, perché la procedura sarebbe laboriosa. Non lo vogliamo nemmeno noi il taser e poi non sussistono neppure le condizioni di legge per poterlo avere, perché Laives non ha 100 mila abitanti o un tasso di criminalità elevato. Ripeto, l’inserimento nel regolamento del taser è stato fatto per non dover rivedere tutto e trovarci impreparati se cambiasse la normativa. È lo stesso discorso che riguarda gli ausiliari del traffico: anche questi sono stati inseriti nel nuovo regolamento della polizia locale, ma non servono e per ora non ci saranno”.

Anche il sindaco torna sul tema per confermare le parole del comandate e sottolineare che già la polizia locale ha la pistola; il taser sarebbe una via di mezzo fra la difesa a mani nude da un aggressore e l’estremo utilizzo di una pistola. Da qui a parlare di "strumento di tortura", come fa qualcuno dell’opposizione ne passa”.

Di “dotazione tecnologica controversa perché potenzialmente pericolosa”, parla Dino Gagliardini (Pd), che comunque dice di “capire l’esigenza di garantire la sicurezza anche alle forze dell’ordine in situazioni difficili, dove rischiano l’incolumità. Il taser è comunque pericoloso - aggiunge - anche se conosciamo la responsabilità e la professionalità che caratterizzano i rappresentanti della nostra polizia locale”.

Caustico il consigliere Dario Volani (Fides): “Non ci sto a farmi mettere tra quelli che “proteggono sempre i ladri”. Vivo, mi impegno, lavoro con la legalità e il rispetto delle leggi come riferimento fisso e indiscutibile. Non difendo i ladri e nessun’altra categoria di delinquenti o di persone che non rispettino le leggi. Tra la legalità e l’illegalità non ho e non ho mai avuto dubbi da che parte stare. Quando il sindaco Bianchi scrive "Incredibile sentir dire che il Taser è uno strumento di tortura" - continua Volani - sarebbe bene far presente che non lo dico io (non avrei alcuna competenza per farlo), ma che sono la Corte europea dei Diritti dell’Uomo e l’Organizzazione delle Nazioni unite a riferire che l’uso di taser può essere una forma di tortura. Pensare di inserirlo ora (che non si può usare) tra le possibili dotazioni della polizia locale sa di propaganda elettorale, a meno che non ci sia un’emergenza criminalità, il che non mi risulta e si ritorcerebbe contro chi sulla sicurezza nella scorsa campagna elettorale ha puntato molto (promettendo sistemi d’allarme gratuiti e pattuglie notturne che non si sono poi visti)”.















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