il lutto

Marmolada, il giorno del lutto. A Canazei la messa per le 11 vittime

Il vescovo di Trento Tisi celebra insieme a quello di Vicenza: «Dolore inconsolabile, ma straordinaria lezione di generosità dei soccorritori. Il ghiacciaio sfregiato, dobbiamo riconciliarci con il creato"



CANAZEI. Il dolore inconsolabile “di chi fa i conti con la morte improvvisa e violenta degli affetti più cari”. La “straordinaria lezione di generosità” di quanti in questi giorni hanno rischiato sul ghiacciaio per salvare vite e per riportare ai loro familiari le vittime della valanga. Infine, ma non da ultimo, "l’immagine sfregiata della Marmolada”, che “chiama l’intera umanità a intraprendere un serio cammino di riconciliazione con il creato per tornare a custodirlo e a proteggerlo, come si fa con i fratelli e le sorelle”.

Sono alcuni dei passaggi dell’omelia che il vescovo di Trento Lauro Tisi ha pronunciato nella celebrazione in suffragio delle vittime della Marmolada oggi pomeriggio (9 luglio) a Canazei, concelebrata insieme al vescovo di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol.

Una giornata di lutto per l’intera val di Fassa, colpita da una tragedia che ha spezzato undici vite.

Serrande abbassate dei negozi e dei locali e un minuto di silenzio per ricordare le 11 vittime e quanti stanno ancora lottando negli ospedali. 

“L’intensità della sofferenza di queste ore domanda di misurare le parole per non correre il rischio di ferire ulteriormente chi, da domenica scorsa, fa i conti con un dolore inconsolabile per la morte improvvisa e violenta degli affetti più cari - ha detto il vescovo Tisi - Il silenzio è l’atteggiamento meno improprio per accostare il volto rigato dalle lacrime di quanti sono stati privati, in un attimo, della possibilità di dialogare, sorridere, far festa con i propri familiari ed amici". “Accostando in punta di piedi e con grande discrezione la loro sofferenza, ancora una volta, sperimentiamo che a determinare la vita, a tenerla in piedi, a darle senso, altro non resta che l’amore. Nel loro volto carico di lacrime e angoscia, veniamo avvertiti: non c’è alternativa all’incontro, all’abbraccio, alla forza dirompente dello sguardo che si fa accoglienza. Questa è la via da percorrere se vogliamo offrire delicatamente una spalla a chi è schiacciato dalla sofferenza”.

Per aprire “un piccolo varco in quest’ora di fatica e di tenebra”, Tisi ha citato la parabola evangelica del samaritano, “che in questi giorni si è materializzata sotto i nostri occhi nei tanti uomini e donne che senza tregua si stanno prodigando nei soccorsi. Con il loro farsi vicino, generoso, attento e delicato, rischiando in prima persona, ci stanno offrendo una straordinaria lezione di generosità. La loro gratuità è davvero per noi olio e vino di consolazione e speranza”.

 













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