Violenze

Merano: bullismo al campetto da calcio e tutti stanno a guardare

A Maia Bassa botte in un parco fra due ragazzi in età da scuola media, ne interviene un terzo. Attorno un capannello di coetanei non fa nulla per bloccarli, anzi li istiga e incita mentre gli smartphone riprendono la scena



Merano. Si affrontano in due. Avranno una dozzina di anni d'età. Si spintonano, si aggrovigliano. La scena va avanti per alcuni minuti, in un'escalation di aggressività che culmina con l'intervento di un terzo ragazzo, un po' più prestante, che immobilizza uno dei contendenti prendendo le parti del più piccolo. Il tutto fra le urla, anche di incitamento, dei coetanei, molti dei quali muniti di smartphone. E infatti il filmato finisce subito a diffondersi attraverso Whatsapp.

Il contesto.

Il fatto è accaduto al parco Maria Trost, a Maia Bassa. Un nuovo episodio di violenza fra minori di cui è difficile sbarazzarsi come ragazzata, soprattutto per quanto succede intorno: diversi giovani che istigano, incitano. Non intervengono. Mettono mano ai cellulari per filmare. Si sa che poi quei video vengono condivisi, postati. Finiscono per circolare. La colluttazione sarebbe avvenuta nel corso di un pomeriggio della settimana scorsa e il riscontro sarebbe emerso diffondendosi con le dinamiche dell'epoca digitale. Volano spintoni, sul campetto da calcio in erba sintetica del parco, sul lato presso il muro di separazione con via Parrocchia. Il giardino è aperto al pubblico e spesso frequentato anche da tante famiglie con bambini piccoli. È un campo da pallone, ma le scene che si susseguono sono più da lotta greco-romana: i due giovani, l'età è quella delle scuole medie, si dicono qualcosa, vengono alle mani, finiscono a terra, tornano a confrontarsi verbalmente. Il "pubblico", più di una decina i componenti, forse venti, si scalda, ma nessuno interviene per fermarli. Anzi, si può identificare la voce di qualcuno che mette in dubbio il coraggio a spingersi oltre, e la disputa si riaccende. In un clima di atteggiamenti di bullismo. C'è chi istiga a sferrare un pugno. Qualcuno applaude. I telefonini si moltiplicano. Gli spintoni proseguono, e ai pugni e ai calci ci si arriva. Finché si intromette un terzo ragazzo che immobilizza e atterra, stringendolo al collo, uno dei due contendenti. La vicenda termina, fra commenti stile "fine match" da parte dei coetanei che hanno assistito alla scena. Che sarebbe finita lì, magari con qualche racconto il giorno dopo fra i banchi, in altri tempi. Ma che nell'era social, assume un'altra portata. Nessuno si è fatto male. La violenza resta, l'evidente atteggiamento da bulli pure. E le domande riguardano, soprattutto, le reazioni di chi circondava i "duellanti". Impegnati a riprendere, a incitare, a istigare.













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