Badanti, pressing sulla Provincia per un registro

Merano. Insieme all’istituzione di una commissione comunale per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e di istigazione all’odio e alla violenza, durante la sua ultima seduta il consiglio comunale...



Merano. Insieme all’istituzione di una commissione comunale per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e di istigazione all’odio e alla violenza, durante la sua ultima seduta il consiglio comunale ha approvato quasi all’unanimità un secondo ordine del giorno a integrazione del Piano sociale 2020-2022 presentato dalla consigliera del gruppo misto Francesca Schir.

Non essendoci un registro dei badanti, da tempo richiesto da più attori del sociale, il Comune si è quindi impegnato ad attivarsi presso la Provincia perché questa si attivi per la sua creazione.

Nel documento la consigliera Schir evidenzia l’alta presenza di anziani nel comune di Merano, dove vivono oltre 9 mila persone con più di 65 anni, un quarto della popolazione. Tra loro 2800 hanno superato gli 80 anni e, incrociando i dati del 2017 che riportano il numero di nuclei monofamiliari, il 42,1% del totale (dato più alto rispetto anche a Bolzano e del 6% rispetto alla media altoatesina), si ipotizza che molti di tali nuclei siano composti anche da persone anziane e - se non ora - presto bisognose di aiuto. Di qui la necessità di persone a sostegno delle famiglie e delle persone anziane, in condizioni di fragilità o non autosufficienza.

«Attraverso un registro – spiega – sarebbe possibile garantire il possesso di attestazioni delle competenze conseguite dall’assistente familiare accreditato attraverso percorsi qualificati, favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro attraverso l’evidenziazione di un’offerta territoriale qualificata degli assistenti familiari e, in ultimo, favorire l’emersione del lavoro non regolare a tutela dei lavoratori, dei datori di lavoro e delle famiglie e delle persone».

La consigliera rileva poi come tali tipologie di registri siano già attive, funzionali e funzionanti in diverse regioni italiane come la Sardegna, la Liguria, il Veneto e il Trentino. Il consiglio comunale, quasi all’unanimità, si impegna quindi a promuovere in Provincia l’istituzione di un registro.

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