Caldo ed eventi estremi, il Comune corre ai ripari 

Lo studio. Elaborato un piano di adattamento al cambiamento climatico: 19 aree di intervento Dall’assistenza domiciliare nei periodi torridi alla sistemazione dei canali a rischio esondazione


Simone Facchini


Merano. Tra catastrofismo e scetticismo, ci sono diverse gradazioni d’atteggiamento davanti al tema del mutamento del clima. Se è vero che una piccola Municipalità come quella meranese è una goccia nell’oceano, lo è altrettanto che ciascuno ha le sue responsabilità e che un’amministrazione ha il dovere di provare a dare risposte per il benessere dei suoi abitanti e del suo territorio. La sera del 16 gennaio il Comune presenterà il suo piano di adattamento al cambiamento climatico. «Da un lato si lavora sulla mitigazione delle cause, per esempio la riduzione di emissioni di anidride carbonica. Dall’altro, serve una strategia di adattamento alla realtà che di fatto già ci pone di fronte a scenari cambiati velocemente. È anche un piano che vuole preparare la città a quello che verrà».

A sintetizzare spirito e obiettivi del documento ieri in sala giunta c’erano il sindaco Paul Rösch, l’assessora all’ambiente Madeleine Rohrer e Marc Zebisch di Eurac Research, una delle organizzazioni che hanno dato linfa alla realizzazione della strategia in un’operazione che ha coinvolto una settantina di esperti - del pubblico e del privato - per circa un anno di attività.

Pericoli.

Un piano a largo respiro, perché il clima che cambia ha effetti a 360 gradi: sulla salute e sull’ambiente, sull’economia, sul turismo e sull’agricoltura. Sono stati individuate 19 misure, a loro volta articolate in più iniziative.

I principali pericoli climatici per Merano sono l'aumento delle temperature e della siccità nonché la crescita di eventi meteorologici estremi, come tempeste e precipitazioni intense.

Estati tropicali.

Le rilevazioni confermano che le temperature medie a Merano sono cresciute, soprattutto in estate. A seconda dei modelli, potranno incrementare entro fine secolo anche di 4,5 gradi nel corso del periodo estivo. Come rispondere? Il piano si propone interventi che, razionalizzando forze e risorse disponibili, sarebbe possibile realizzare a breve termine. A partire dalla creazione di una rete di sostegno alle persone più bisognose con servizi a domicilio per la spesa o la fornitura di farmaci, l’accompagnamento, il controllo dello stato di salute, ma anche con la creazione nei quartieri di luoghi di incontro. Il Centro diurno di via Huber come denunciato da anni è insufficiente, serve la presenza nelle zone più periferiche. Per esempio, qualora si dovessero rivelare adatte, si potrebbero usare le scuole che d’estate sono chiuse.

Legata alle stagioni sempre più calde c’è la diffusione della zanzara tigre, fastidiosa e soprattutto veicolo di malattie: un’ordinanza del sindaco c’è, minaccia sanzioni anche pesanti ma i controlli latitano. Il piano spinge per un monitoraggio più intenso. È inoltre prevista la creazione di una mappa di calore per individuare le “isole torride” e agire con interventi mirati. È invece già in atto o in progetto (via Cadorna, via Leopardi), in occasione di lavori alle strade, la piantumazione di alberi con il rapporto di una pianta ogni due posti auto.

Inondazioni.

Altra fonte di preoccupazione sono gli eventi estremi. Secondo lo studio, l'aumento delle precipitazioni intense comporta un maggior rischio di inondazioni: il sistema attuale dei canali Merano è particolarmente sensibile in quanto la rete (parzialmente interrata) è inadeguata a fronte dell'attuale elevata densità edilizia e del grado di impermeabilizzazione. Il sistema va ammodernato. La manutenzione e il controllo di questi canali vanno coordinati fra vari attori e referenti (Consorzi, Comune, Provincia). È inoltre necessario creare delle aree di ritenzione idrica, che possono essere temporaneamente allagate in caso di forti piogge.

Cittadini informati.

In vari ambiti di intervento, si punta sull’informazione e sulla sensibilizzazione. «La risposta al cambiamento climatico passa da mille comportamenti, non c’è una soluzione univoca» afferma Bruno Montali, energy manager del Comune. «Dobbiamo informare cittadini e ospiti sui pericoli climatici - chiosa Rohrer - e adattarci ai rischi che ne conseguono».













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