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Corona di spine alla rotatoria. La provocazione degli Schützen 

Il caso. L’opera, che rappresenterebbe la sofferenza per l’annessione dell’Alto Adige all’Italia, per i cappelli piumati andrebbe collocata al centro della nuova rotonda a San Leonardo. Il sindaco si smarca: «Meglio il simbolo del paese» 



SAN LEONARDO. A pochi giorni dalle commemorazioni per il 214esimo anno dalla morte di Andreas Hofer che si terranno domenica 18 febbraio presso il monumento di fronte alla stazione dei treni di Merano, a San Leonardo in Passiria, città natale dell'irredentista sudtirolese, si riaccendono i fuochi per una proposta della compagnia locale dei cappelli piumati. Infatti, la compagnia Schützen di San Leonardo ha recentemente proposto di installare al centro della rotatoria stradale in fase di completamento – che venendo da Merano all'imbocco del paese smista il traffico verso le direzioni di passo Giovo e Passo Rombo - uno dei simboli dell'irredentismo sudtirolese.

Parliamo della corona di spine commissionata al fabbro Thomas Pichler nel 2009 in sostituzione dell'originale storica inviata in Austria per la sfilata della festa provinciale di Innsbruck lo stesso anno. Dal 2009, il gemello dell'originale giace solitario in un magazzino, dopo che la sua sorella maggiore aveva trovato posto al Teatro delle Passioni di Erl.

Secondo i cappelli piumati, quale migliore occasione se non approfittare di uno spazio adeguato dal punto di vista della metratura, vista la dimensione ragguardevole dell'opera di Pichler e disponibile tra pochi giorni, per trovare sistemazione a questo simbolo del Tirolo per l'annessione dell'Alto Adige all'Italia avvenuta il 10 ottobre del 1920? «Vogliamo dare nuova vita a quest'opera d'arte dimenticata e per questo abbiamo sviluppato un progetto ambizioso. Al centro della nuova rotatoria, la corona di spine sarà sorretta da tre puntoni con gli stemmi provinciali del Tirolo settentrionale e orientale, del Sud Tirolo e del Welschtirol trentino», la proposta dei cappelli piumati che aggiungono: «Questa raffigurazione simbolica rappresenta l'unità delle tre province storiche tirolesi, poiché la rotatoria segna la confluenza di tre strade. È un richiamo al legame storico tra questi tre luoghi che un tempo esistevano come un'unica entità e che da decenni sono invece divisi», il richiamo degli Schützen di San Leonardo in Passiria.

L’idea del sindaco.

Di altro avviso invece il sindaco Robert Tschöll che in un’intervista a Rai Südtirol ha spiegato: «C'è una questione in paese se la corona debba essere esposta o meno. Io sono contento se c'è un dibattito e si confrontano le idee, ovviamente, anche se non sono proprio convinto che la rotatoria sia il posto ideale per un'opera come questa, in quanto il luogo è all'ingresso del paese e a quel punto non sarebbe così facile dare il giusto significato e quindi storicizzare la corona nella sua presentazione», l'opinione del primo cittadino che conclude: «Avrei invece una proposta molto più neutrale per la rotatoria che farebbe felici i turisti, ovvero la realizzazione di uno stemma raffigurante i colori del nostro paese magari con molti fiori attorno», chiude Tschöll.

Guarda più al turismo che alla storia il primo cittadino, convinto che un'opera dal forte impatto ideologico, ma solo per la popolazione di madrelingua tedesca, possa in qualche modo nuocere all'offerta turistica del paese che sempre più è in grado di accogliere visitatori provenienti da tutta l'Italia e soprattutto dalla Toscana. Ovvero, da quando in una serie di documentari andati in onda nelle Tv nazionali è emerso che alla fine della Seconda da guerra mondiale parte del patrimonio artistico fiorentino era stato sottratto dai nazisti per venire poi depositato paradossalmente proprio nel maso che diede i natali ad Andreas Hofer, poi diventato museo visitato da molti italiani di passaggio. Ad ogni modo, della questione se ne occuperà il prossimo consiglio comunale convocato per il 22 febbraio, perché entro Pasqua la rotatoria sarà completata e per allora bisognerà avere deciso se il destino della corona sarà ancora quello di rimanere depositata nel magazzino che la ospita da quattordici anni. J.M.

 













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