Il ricordo

Dalle patenti di guida al sax: Merano dà l’addio a Gigi Pilotto 

Classe 1948, se n’è andato in silenzio dopo una vita vulcanica. Tanti lavori prima  della scuola Ritmo e l’esperienza a Minorca. È stato componente dei Rivali negli anni d’oro


Jimmy Milanese


MERANO. Ha dato la patente di guida a generazioni di meranesi. Vulcanico, incapace di nascondersi dietro a un dito, Luigi “Gigi” Pilotto se ne è andato all'improvviso, nei giorni scorsi. Classe 1948, per anni aveva gestito una scuola guida, prima in via Petrarca, poi in via Piave.

A ricordare la sua figura è Mario Di Gesaro, compagno di viaggi musicali e amico da sempre che nel 1968 lo accolse nelle file dei Rivali: gruppo storico di Merano capace di lasciare un segno ben oltre Salorno.

«Ci siamo conosciuti negli anni Sessanta e abbiamo legato subito: una profonda amicizia di tanto in tanto interrotta da litigate che però avevamo sempre ricomposto. Con Gigi andava così, si discuteva ma era un animo buono che non si tirava indietro, soprattutto se c'era da aiutare qualcuno», spiega Di Gesaro che continua: «Lavorava come caldaista presso una azienda in via Manzoni, ma allo stesso tempo sistemava parquet aiutando il suo patrigno che a Merano tutti chiamavano il Barone. Gigi aveva fatto tanti lavori, tra i quali la consegna dei giornali alle edicole alle cinque di mattina. Siccome all'epoca il lavoro era tanto, da studente lo aiutavo: 30.000 lire al mese, il guadagno, lo ricordo ancora, così come le ire di mio padre», sottolinea Di Gesaro.

Quindi, il suo arrivo nelle file de “I Rivali”, gruppo fondato tra il 1966/1967 da Roberto Leuzzi, Mario Di Gesaro e Marco Da Ronco, come da tradizione, in una cantina. «Con una serie di sostituzioni, assieme a Luciano Mano e Rudi Klöckner anche Gigi si aggiunse al gruppo, ma l'anno dopo. Si era innamorato del sax ed assieme iniziammo a suonare pezzi dei Creedence di John Fogerty che in città pochi conoscevano.

Spaziavamo tra il soul e il blues, che da noi si sentiva ancora poco», precisa Di Gesaro che ricorda quel Festival a Ceriale. «Nel 1969 vincemmo un Festival internazionale nella sezione dei gruppi e tra i cantanti, tra gli altri, c'erano anche Dori Ghezzi, Sergio Endrigo e i Dik Dik. Con I Rivali quello fu il nostro apice, tra l'altro, in un periodo nel quale imparammo ad affinare le armi, mentre in città c'erano altri due gruppi che si dividevano la scena, ovvero i Something Different e Tony e gli Why».

Una passione per il sax, quella di Gigi, che lo ha accompagnato per tutta la vita, fino alla decisione sofferta di vendere lo strumento in un momento di difficoltà economica. Sempre alla ricerca di qualcosa e «anima in pena», come amava definirsi, ad un certo punto Gigi decide di vendere la sua scuola guida per trasferirsi a Minorca. Poi il ritorno in città. Quindi, una collaborazione con la Fiat Sportgarage fino all'arrivo della pensione e gli ultimi anni vissuti un poco in sordina.

«Con I Rivali avevamo avuto una lunga pausa dagli anni Ottanta agli anni Novanta, poi ci siamo ritrovati e rimessi a fare musica, non subito con Gigi che con noi è ritornato assieme a Marco Da Ronco, l'altro saxofonista. Nel frattempo, è venuto a mancare Roberto Leuzzi, una colonna del gruppo e ora, purtroppo, anche Gigi: un amico, oltre a un compagno musicale».













Altre notizie

Attualità