Due ragazze in fuga dal lager all’ex Bosin 

Daniela Rossi Saretto ricorda in una conferenza le giovani internate che “abbatterono” il muro



MERANO. Non è un segreto che Merano abbia ospitato un campo di lavoro nazista. Ma forse è ancora poco conosciuta la storia di due giovani donne internate nel Lager che una notte decisero di scappare, affrontando l’inverno buio dei campi che al tempo si stendevano attorno all’area che oggi chiamiamo “ex Bosin”. A raccontare il gesto di Ernesta Sonego e di Albertina Brogliati sarà Daniela Rossi Saretto, assessora comunale alla cultura per quasi un decennio, nel corso di un incontro organizzato per giovedì 7 febbraio dalla Società Dante Alighieri.

«Nell’areale delle caserme di Maia Bassa, cioè dell’attuale caserma Rossi e in parte, forse, della Battisti, si trovava uno dei maggiori sottocampi del Lager allestito nel 1944 a Bolzano. La popolazione era eterogenea: uomini, donne, persone di etnia rom, prigionieri politici, persone omosessuali. Nell’ottobre del 1944 il campo fu smantellato per far posto all’Istituto chimico-farmaceutico militare, dove lavorarono molti meranesi, e un secondo Lager fu allestito nell’ex caserma della Guardia alla frontiera, poi chiamata “Bosin”», spiega Rossi Saretto, che nel 2010 fece apporre una lapide a memoria dell’Olocausto, realizzando il Luogo della Memoria.

In questo secondo campo la maggioranza dei prigionieri erano donne, spesso parenti di partigiani o di disertori. Tra loro c’erano Ernesta Sonego, arrestata il 5 settembre 1944 a Venezia e condannata all’internamento in un lager in Germania, e Albertina Brogliati, bellunese, arrestata per rappresaglia perché cognata di un capitano di fanteria liberato dal carcere da alcuni partigiani.

«Due donne giovani che pur non conoscendo affatto la città hanno trovato il coraggio di scavalcare il muro e di dileguarsi nel buio. Ecco, il “fare memoria”, il ricordare, ci permette di tracciare la storia di due donne che una notte abbatterono un muro, di due donne che cercarono la libertà con una corsa tra i campi di quella che ora è via Toti», prosegue Rossi Saretto. «Merano dev’essere città dei ponti, non dei muri».

Così, la lezione di Ernesta Sonego e Albertina Brogliati ancora oggi merita di essere ripetuta e ricordata. L’appuntamento con la conferenza organizzata dalla Società Dante Alighieri di Merano è per giovedì 7 febbraio, alle 16, al Centro per la cultura (via Cavour 1). (s.m.)













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