I genitori: vogliamo sapere la verità 

La piccola è nata alle 10.03 e morta alle 14.46. L’avvocato: «Padre e madre già sentiti dai Nas». Decisiva la consulenza



MERANO. «I genitori della bimba morta all’ospedale Tappeiner sono ancora molto provati ma vogliono sapere esattamente cos’è successo. Fino ad oggi ci sono state solo tante supposizioni ma nessuno è stato in grado di stabilire le cause del decesso. Siamo certi che la Procura riuscirà a fare chiarezza»: a parlare è l’avvocato Daniela Libelli che rappresenta la coppia di infermieri (era la prima figlia) così duramente colpita da questa tragedia.

Nel frattempo sono emersi altri particolari su un’inchiesta ancora alle primissime battute. La bambina è nata (una decina di giorni fa) alle 10.03 al termine di un parto naturale apparentemente normale, come ha confermato anche Herbert Heidegger, primario del reparto di ginecologia e ostetricia. I primi test effettuati sulla piccola non avevano destato particolari preoccupazioni. Poi la situazione è precipitata. Al punto che i medici meranesi hanno chiamato per un consulto i colleghi della terapia intensiva neonatale del San Maurizio. «Si era valutato - spiega l’avvocato Libelli - anche un eventuale trasferimento della piccola a Bolzano ma le condizioni della neonata sono peggiorate e non è stato possibile portarla nemmeno nella culletta attrezzata».

I carabinieri del Nas di Trento, oltre a sequestrare le cartelle cliniche, hanno voluto sentire i genitori della bimba che – essendo infermieri – sono stati in grado di ricostruire le ore del parto e quelle successive per filo e per segno anche con dettagli preziosi per gli inquirenti. «Essendo l’indagine nelle fasi iniziali - continua l’avvocato Libelli - non riteniamo opportuno fornire ulteriori dettagli. I carabinieri del Nas questa settimana stanno mettendo assieme anche gli ultimi documenti che poi saranno trasmessi in Procura».

Tra le ipotesi - abbozzate dal personale del Tappeiner e non confermate dagli inquirenti - c’è anche quella di un possibile problema polmonare. «Ma si tratta - sottolinea l’avvocato Libelli - solo di supposizioni. Ad oggi i genitori non hanno ancora un’idea precisa di cosa possa essere successo. E vogliono sapere la verità».

Come spiegato dal Procuratore Capo Giancarlo Bramante è già stato nominato un consulente che potrà richiedere - se lo riterrà necessario - degli «accertamenti irripetibili» per capire se ci sono responsabilità e a chi possano essere eventualmente attribuite. L’inchiesta - aperta a seguito di un esposto della famiglia - si profila ancora molto lunga.

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