La storia

«I miei genitori nei rifugi, mio fratello è un militare: sono in ansia per loro»

Tatiana vive a Merano e non vede mamma e papà da ormai tre anni: le conversazioni al telefono, le notizie frammentarie



MERANO. Arrivano dalla città di Ternopil, oltre 200 mila abitanti nella parte occidentale dell'Ucraina, a 460 chilometri ad ovest di Kiev e a 25 dal confine polacco. Lei ha lasciato nella sua patria i genitori ed un fratello militare. Lui il padre già anziano. Hanno anche amici che non vedono da tre anni, l'ultima volta che Tatiana è stata a casa per abbracciare i genitori. Ora li sente un paio di volte al giorno. Al telefono è uno scambio continuo di informazioni che non sono mai buone. L'Ucraina è in guerra, assediata dall'esercito russo che la sta stringendo impietosamente in una morsa terribile. Oltre che angosciante

Tatiana come ha saputo della guerra?

Alle 6 del mattino con una telefonata di mia madre che, preoccupata, mi diceva che nella notte si erano sentiti i primi bombardamenti e le sirene che avvertivano di mettersi in salvo. Da quel momento è stato un incubo ricorrente per me, mio marito e la figlia.

La situazione a Ternopil sembra essere meno grave che nel resto del Paese.

Siamo nella parte occidentale dell'Ucraina più vicina alla Polonia. Ma anche nella mia città natale gli effetti della guerra si fanno sentire con le bombe che hanno già creato una serie di danni.

I suoi genitori cosa fanno ogni qualvolta le sirene annunciano possibili incursioni aeree?

Scendono a precipizio nello scantinato che è considerato un luogo meno rischioso. Fra l'altro un paio di giorni fa mia madre, scendendo le scale, è caduta e si è rotta un braccio. Ma vivere in uno scantinato non è certo piacevole e con scorte alimentari che iniziano a scarseggiare.

Lei ha anche un fratello militare?

Proprio così. Ha il compito di reclutare i giovani volontari che devono essere addestrati prima di combattere. Ha una moglie ed un figlio di pochi mesi.

Come hanno reagito alla situazione?

Mia cognata è fuggita con il neonato, tre giorni fa. Su un bus di piccole dimensioni ha raggiunto il confine polacco. Qui con un viaggio lunghissimo in treno ha potuto arrivare dopo oltre otto ore in una località dove ha dei conoscenti presso cui trovare alloggio fino a quando questa guerra sarà conclusa.

Ha mai pensato di chiedere a mamma e papà di raggiungerla qui a Merano?

Ci ho pensato fin dal primo momento ma mia madre vuol rimanere in Ucraina e dare un aiuto concreto a tutte le donne che si danno da fare per aiutare i militari: cucinano per loro, rammendano e realizzano anche diversi giubbetti antiproiettile.

L'Ucraina vuole resistere.

Assolutamente sì. Abbiamo da difendere la nostra libertà che Putin vuole negarci. Su questo siamo decisi, tutti, a resistere a lungo. Dispiace molto che anche a Ternopil vi siano dei ragazzini, che dietro compenso dei russi, segnalino con delle scritte gli edifici da colpire a chi arriva con l'aereo. Una situazione, questa, che rende ancora più odiosa la guerra.

Un'aggressione quella dell'esercito russo che non pensavate che potesse davvero concretizzarsi?

Tutto lasciava pensare che potesse essere così - è il marito di Tatiana che risponde - ma poi all'improvviso è accaduto quello che sappiamo, purtroppo. Sono anni che c'è la guerra nel nostro Paese ma nessuno poteva immaginare un'aggressione come questa di uno stato libero come l'Ucraina.

Si continua comunque a trattare.

Ma come si fa a discutere di fermare l'aggressione se si continua a bombardare e a creare morti, feriti e danni che già ora sono enormi?

C'è la solidarietà di gran parte del mondo, per fortuna...

E di questo sono grata - aggiunge Tatiana - e voglio ringraziare pubblicamente quanti ci sono vicini. In particolare l'Alto Adige e Merano soprattutto che ci dimostrano la loro vicinanza come vari Paesi dell'Europa e del mondo. Mi auguro che le restrizioni economiche , ma non solo, nei confronti della Russia abbiano gli effetti auspicati.

La telefonata. Neanche il tempo di finire la chiacchierata che squilla il cellulare. È la mamma di Tatiana che chiama. Lei ha un sussulto e le lacrime le scendono dal viso. Come succede spesso durante il giorno. Parla con la madre e poi si rassicura: «Mi ha detto che sono suonate le sirene di allarme. Assieme al papà scendono in cantina e poi mi faranno sapere qualcosa. Speriamo vada bene anche stavolta». L'incubo continua. Ancora per quanto?













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