Il Savoy in visita a Fossoli per non dimenticare l’orrore
MERANO. Un viaggio per vedere la Storia da vicino, quello che di recente hanno affrontato gli alunni della scuola alberghiera Savoy. In gita a Carpi, gli studenti hanno visitato il campo di...
MERANO. Un viaggio per vedere la Storia da vicino, quello che di recente hanno affrontato gli alunni della scuola alberghiera Savoy. In gita a Carpi, gli studenti hanno visitato il campo di concentramento di Fossoli, allestito dagli italiani nel 1942 e poi usato da Repubblica Sociale Italiana ed SS per internarvi prigionieri di guerra, oppositori politici ed ebrei. «Agli studenti è apparso più chiaramente quanto sia difficile scindere la storia italiana e quella tedesca di quel periodo – spiega Peter Enz, vicedirettore del Savoy – e come anche l’Italia si sia macchiata di atti vergognosi, prima attraverso il fascismo e poi coi nazisti, sebbene non tutti ne siano a conoscenza».
Nel museo di Carpi, le atrocità dell’Olocausto sono ben documentate. Per il campo di concentramento di Fossoli passò anche Primo Levi, che poi ne scrisse in “Se questo è un uomo”. «Un’esperienza senz’altro di enorme importanza per i nostri studenti – prosegue Enz –, come ho potuto notare dalle espressioni sui loro volti a ogni nuovo documento di ciò che accadde a Fossoli. Era tangibile il desiderio di impedire con ogni mezzo possibile che la storia si ripeta». Enz conclude le sue considerazioni sulla gita a Carpi citando Bertold Brecht: «E voi, imparate che occorre vedere, e non guardare per aria; occorre agire, e non parlare. Un tempo questo mostro stava per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo».