L’Ariston resta al buio Il Filmclub: «Riapriremo» 

Cinema e coronavirus. L’unica sala meranese per ora non riprende le proiezioni «Rinunciamo alle settimane estive per non precludere una ripartenza sostenibile»


Simone Facchini


Merano. Il buio in sala, questa volta, non prelude all’inizio della proiezione. almeno fino a metà agosto, l’ariston terrà la saracinesca abbassata. covid e relative correlazioni sono alla base di una scelta ponderata per non mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’attività. «ma torneremo», assicura il filmclub, che gestisce la sala, per voce del responsabile meranese andrea abolis.

Riscontro.

L’impegno del Filmclub, supportato dall’impegno delle istituzioni - a vario titolo e intensità dal Comune alla Provincia passando per il Burgraviato - cinque anni fa aveva raccolto le ceneri della scomparsa dei cinema in città, stritolati dal cambiamento dei tempi. L’insistenza dei meranesi sostenuta dalla spalla fornita dalle amministrazioni avevano consentito di ripristinare una sala nella seconda città della provincia. Iniziativa capace, con investimenti per la modernizzazione del locale studiato all’epoca proprio per essere cinema e una programmazione calibrata a cura del Filmclub, di calamitare un pubblico sufficiente per rendere sostenibile l’attività.

Ma anche qui, come e forse più che altrove, il coronavirus ha mandato tutto a carte quarantotto.

Estate con pochi spettatori.

Eppure il Filmclub non molla. Con una premessa al discorso: «Nei nostri anni di attività all’Ariston, l’estate fisiologicamente era gravosa sul piano della sostenibilità economica». Una considerazione che in grado variabile accomuna tutte le sale, ma assorbibile nel computo dei dodici mesi. «Quest’anno sono sopraggiunte le problematiche dovute alla pandemia» illustra Abolis. «In primo luogo il cinema ha dovuto chiudere nei primi giorni di marzo, quando già lavoravamo con alcune restrizioni per il contenimento del contagio. Lo stesso marzo con aprile e maggio incidono in maniera importante sul bilancio dal punto di vista dell’afflusso». Il fieno in cascina della stagione primaverile consente, nell’ordinario, di offrire il servizio anche nei mesi antieconomici estivi, quando comunque l’Ariston chiudeva in agosto per tre settimane.

La filiera.

C’è poi il tema della filiera distributiva in stand-by. «Anche i multisala metropolitani aprendo sanno di affrontare grossi dubbi di sostenibilità. Per fare qualche esempio: sale in centro città come a Mantova o a Treviso hanno già annunciato di aspettare la fine dell’estate per riprendere le proiezioni». La distribuzione, considerate le circostanze, non ha pianificato uscite da urlo. «Tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione, è messa a dura prova. Si contano sulla punta delle dita le uscite con interessante ritorno economico. Ricordiamo che inoltre la nostra programmazione ha struttura bilingue, scelta che rende ancora più complessa la questione». Da tutto questo discendono le scelte del Filmclub. Che attende precisazioni sui distanziamenti fra spettatori e quindi sulle capienze. Con una garanzia: le proiezioni torneranno.













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