La bolletta dell’acqua? Ai frati la paga il Comune 

Vecchi accordi impongono all’amministrazione di accollarsi i costi della fornitura Ne beneficia l’orto dei cappuccini ma pure il parcheggio di via Wolf e l’hotel Tivoli


di Giuseppe Rossi


MERANO. Evidentemente non tutte le persone o le aziende sono uguali davanti al postino che consegna una delle tante bollette da pagare, quella del consumo dell'acqua potabile e del suo smaltimento o depurazione. Tre sono in particolare i soggetti che potranno permettersi il lusso di non pagare la fattura inviata dall'Azienda municipalizzata nelle scorse settimane per i consumi effettuati. Stiamo parlando dei frati cappuccini, della società che amministra il parcheggio automatico all'inizio di via Karl Wolf e dell'hotel Tivoli che si trova in fondo alla via Verdi al confine con Quarazze e il soggiorno per anziani Martinsbrunn.

Le bollette da qualche migliaio di euro di acqua potabile, consumata per innaffiare le aree verdi delle tre strutture, non saranno pagate dai proprietari bensì, dall'amministrazione comunale. Un sogno per decine di albergatori, ma anche di quelle famiglie che hanno la fortuna di avere un orto o un giardino da innaffiare costantemente. Per loro però nessuno sconto in vista.

Per cappuccini, parcheggio e hotel Tivoli, il direttore dell'ufficio strade e infrastrutture ha predisposto una determina con la quale si annuncia che i costi (stiamo parlando in tutto di 6.800 euro) per innaffiare il verde se li accollerà il Comune, ovvero i cittadini di Merano.

Nel dettaglio i frati cappuccini, ai quali invece il Comune pagherà diverse decine di migliaia di euro per avere a disposizione per trent'anni il diritto di superficie dell'orto dei cappuccini da trasformare in giardino del silenzio (l'idea era stata presentata dal sindaco Paul Rösch) si risparmieranno di pagare una bolletta da 1.945 euro, il Parkautomatic Wolf 1.346 euro e l'hotel Tivoli 3.575 euro.

Ancora più curiose le motivazioni che hanno spinto il Comune a farsi carico dei consumi idrici delle tre strutture. Nei primi due casi, frati e parcheggio, si legge nella delibera, fino agli anni Novanta l'acqua usata per innaffiare le aree verdi veniva pescata dal canale comunale Ritsch di via Portici. Una serie di problemi e infiltrazioni agli edifici privati che lambivano il canale avevano poi costretto il Comune a interrompere il flusso dell'acqua. Tanto basta, per regalare l'acqua ai frati e al parcheggio.

Nel caso dell'hotel Tivoli, invece, bisogna andare molto più indietro nel tempo. In pieno periodo di scoppio della seconda guerra mondiale, l'allora amministrazione comunale e gli allora proprietari dell'albergo in fondo alla via Verdi sottoscrissero un accordo che pare sia tutt'oggi in vigore. L'acqua utilizzata per innaffiare il verde della struttura alberghiera non sarebbe stata pagata dai proprietari ma dal Comune.

Per quale motivo la determina firmata dal dirigente dell’Ufficio non lo dice. Di certo dal 1939 di acqua sotto i ponti ne è passata e un simile accordo avrebbe forse senso cancellarlo.

Un'ultima postilla: anche le suore di Santa Croce di via Verdi avrebbero potuto beneficiare del regalo comunale, ma nella determina, pur se citate, non c'è traccia di nessuna bolletta saldata.

Forse almeno le suore hanno pensato di pagare da sole il consumo dell'acqua potabile.

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