La città piange Alberto Lugli, una vita per cinema e teatro 

La scomparsa. Se n’è andato il cineasta autore di numerose pellicole vincitrici a Salerno, a Montecatini e a Pegli Acuto osservatore, fin dagli anni Settanta ottenne successi in tutta Italia e all’estero. Iniziò con i lavori in «Super 8»


Jimmy Milanese


Merano. Se n’è andato pochi giorni fa Alberto Lugli, pugliese di origine ma meranese di adozione, avendo vissuto per oltre quarant’anni nella nostra città. Fin da bambino appassionato di cinema, con i suoi lavori in Super 8 mostrati agli amici ha iniziato la sua carriera da cineasta e documentarista.

Un amico a sua insaputa lo iscrisse al prestigioso concorso Staffa d’oro che annualmente, in autunno, si svolgeva a Merano fino agli anni Settanta. Con sorpresa, il suo breve documentario “Ville venete” ricevette un riconoscimento. In seguito, dopo aver visto come gli autori partecipanti alla rassegna curavano nei dettagli i propri film, l’anno seguente realizzò “Fuori la città, l’inferno”, che a Merano non riscosse consensi unanimi. Il film alla Mostra del cinema non professionale di Montecatini, tuttora la più prestigiosa in Italia, ottenne il massimo premio (quell’anno era in concorso anche Nanni Moretti, che ottenne un premio non ufficiale per il suo “Pâté de bourgeois”). Dopo la proiezione di Montecatini, il film fu invitato a numerosi festival, nei quali ottenne sempre alti riconoscimenti, in particolare la Palma d’Oro a Pegli. Stessa sorte ebbe un altro suo notissimo film, “Schiavo 77”, a Merano ignorato ma vincitore a Montecatini della prestigiosa targa Fedic. Questo film ottenne il massimo riconoscimento in tutti i festival italiani e valse a Lugli diversi inviti all’estero.

In seguito a Merano negli anni Ottanta Lugli vinse per cinque volte la Staffa d’oro con “Il mio desiderio”, “Le Ostriche di Courseilles”, “Confessioni di una novantenne”, “Peer e Max” e “Requiem per una città morta”. Anche queste pellicole ottennero numerosi riconoscimenti in tutti i festival italiani e internazionali. I lavori “Tarantella in una notte di mezza estate” e “Giacomino” conseguirono al Festival internazionale di Salerno (il secondo in Itala dopo Venezia) il primo premio per la categoria documentario e soggetto. L’anno in cui Lugli partecipò con “Giacomino” al Festival di Salerno, Giuseppe Tornatore vinse nella categoria dei documentari.

Verso la fine degli anni Ottanta, spentosi l’interesse per il film non professionale, diede impulso alle proiezioni di pellicole qualificate come film d’arte con proiezioni nella sala Urania. Si iniziò con “E la nave va”, di Federico Fellini. Dal 1985 le proiezioni del cinema professionale iniziarono a svolgersi all’Auditorium dello School Village di via Karl Wolf, con grandissimo riscontro di pubblico.

Se ne è andato un meranese d’adozione, già presidente della Società Dante Alighieri, che in città ha portato, e lasciato nel cuore di tanti, la sua passione per il cinema.













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