La città piange Decembrini, era il padre di Meranflora 

Il lutto. È scomparso improvvisamente l’ex direttore delle Giardinerie comunali La sua opera caratterizza ancora oggi il paesaggio cittadino. Aveva anche presieduto il Cai 


simone facchini


Merano. Se n’è andato nel bel mezzo della primavera, la stagione dei fiori e della natura a cui aveva dedicato l’intera vita professionale: un malore si è portato via Francesco Decembrini. Avrebbe compiuto 70 anni a dicembre, per oltre venti aveva diretto la Giardineria comunale. Nato a Cermes, era il padre di Meranflora, manifestazione a lungo fra quelle più in vista del calendario meranese, vetrina di quell’immagine di città-giardino che Decembrini ha contribuito a costruire e veicolare. Da tempo viveva a Vasio, frazione di Fondo in Val di Non, dove dopo l’esperienza meranese aveva avviato uno studio per la progettazione di giardini, parchi, allestimenti e percorsi didattici.

«Merano perde un grande personaggio». Alfredo Torneri era assessore all’ecologia a metà anni Ottanta quando sbocciava il talento di Decembrini. «Portò le nostre Giardinerie a Euroflora, rassegna floreale a livello internazionale di cui poi sarebbe divenuto consulente, riscuotendo un enorme successo. Gran lavoratore, senza peli sulla lingua, di assoluta competenza». Vulcanico al lavoro, altrettanto fuori, «sotto una scorza che poteva sembrare spigolosa era una persona che amava la compagnia. E adorava la montagna». Per la quale si era speso in più ruoli, anche come presidente del Cai cittadino e ai vertici del soccorso alpino.

Laurea in scienze agrarie a Bologna, assume il timone della Giardineria comunale nel 1978 rimanendovi fino al 2002. Non senza scontri con la politica, ma con un piglio che dà impulso allo sviluppo del paesaggio urbano. Le aiuole diventano opere d’arte. All’alba degli anni Ottanta partorisce Meranflora, che dirigerà per una decina di edizioni, collaborando a stretto contatto con l’Azienda di soggiorno. «La città gli deve molto» ricorda Daniela Zadra, direttrice dell’ente turistico. «Era geniale, la sua visione andava ben al di là dell’ordinaria gestione del verde. Ha contribuito a elevare il nome di Merano nei circoli più prestigiosi dell’arboricoltura e dell’architettura del paesaggio, dove era un’autorità». Aveva contatti ovunque con personalità di spicco del settore che gli permisero l’organizzazione di congressi internazionali. A testimonianza del profilo professionale a largo raggio, era stato fra i papabili alla direzione del Parco nazionale dello Stelvio, ma anche parte attiva nell’allestimento dei Giardini di Castel Trauttmansdorff. Libero professionista dal 2003, aveva fondato lo studio Deverde con il quale ha firmato decine di consulenze e progetti in mezza Italia e soprattutto in Trentino, fra i quali il Giardino della rosa di Ronzone.













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