La Civica ora scoppia, «manca spazio per i libri» 

I direttori Pircher e Massarini: «In prospettiva rischia la sopravvivenza» Nell’attesa di avere una struttura più grande sono stati aumentati tavoli e sedute


di Sara Martinello


MERANO. Più tavoli, più prese elettriche, più sedute. Ma le migliorie apportate alla Biblioteca civica di Merano non bastano a ridare respiro agli spazi sempre più angusti, sempre più stipati di scaffali e di libri. Con l’arrivo della stagione fredda, poi, cresce il disagio per gli utenti che desiderano trascorrere il pomeriggio al caldo, leggendo un libro o un giornale, e che faticano a trovare una sedia libera. «Nel medio termine facciamo quel che possiamo per gli utenti, nel lungo siamo a rischio sopravvivenza, se non si troveranno spazi più ampi». I due direttori della Biblioteca civica Sonja Pircher e Umberto Massarini sono chiari: alla biblioteca lo spazio non basta più. Tanto che migliaia di libri stanno migrando verso le case dei meranesi attraverso l’iniziativa della “Take Away Library”, mentre i locali di via delle Corse vengono riorganizzati in modo da permettere ai lettori e agli studenti di trovare posto un po’ più agevolmente.

«Questa settimana abbiamo riallestito la saletta di lettura, quella più silenziosa. Abbiamo ampliato la rete Wi-Fi e sostituito i vecchi tavoli con altri più piccoli e più numerosi, creando una trentina di posti a sedere. Nei prossimi giorni verranno gli elettricisti a mettere più prese, per chi ha bisogno di lavorare col proprio laptop. Nell’emeroteca, invece, recentemente abbiamo creato due posti a sedere in più», spiega Pircher. In totale ora i tavoli sono circa trenta per un centinaio di posti a sedere. Ma i libri sono sempre di più, perché il patrimonio di una biblioteca va costantemente aggiornato per dare ai lettori edizioni recenti e una scelta che copra i gusti più disparati, a seconda delle preferenze registrate nel tempo. «Per quanto possiamo cerchiamo di creare una situazione adatta alla lettura – aggiunge Massarini – separando le zone dedicate allo studio da quelle frequentate dai lettori, nei limiti della struttura. Da poco la giunta comunale ha approvato il rifacimento dell’impianto di climatizzazione: ci auguriamo che si possa realizzare entro l’estate prossima. Una miglioria alla volta, cercando di capire che cosa sia realizzabile e che cosa invece non lo sia».

Ai due direttori uno spazio più grande sembra un sogno. Il fatto è che nella zona centrale della città non si può costruire nulla di nuovo, e che non è nemmeno possibile “sfrattare” altri enti, per lo meno al momento. Novella Cenerentola, la biblioteca resta nell’angolo, appena confortata dalla competenza e dal sostegno del vicesindaco Andrea Rossi e del sindaco Paul Rösch, entrambi provenienti dal mondo della cultura. Eppure non si dà per vinta. Ad aprile ha ospitato l’esperto di area germanica Volker Pirsich, e lo scorso mese Antonella Agnoli, collaboratrice e consulente di numerose biblioteche sparse sul suolo nazionale per quanto riguarda progetti scientifico-culturali e progettazione di spazi e servizi, oltre che autrice di diverse pubblicazioni sul tema: «In Italia i luoghi di cultura e di formazione sono spesso accantonati, nel discorso sulla città. Agnoli ci ha spiegato come in Olanda, invece, per invogliare le persone a vivere in un certo quartiere o paese si costruiscano innanzitutto i servizi. La biblioteca non manca mai», racconta Pircher, mentre rimbrotta un gruppetto di studenti delle scuole superiori. Perché una fonte di lamentele – e si parla di un numero elevato di reclami – sono proprio gli studenti, colpevoli di quel cicaleccio gaio che tanto infastidisce gli altri utenti, dagli universitari ai più anziani. Pircher commenta che «tutti, alle medie o alle superiori, ci siamo ritrovati dalla parte dei “disturbatori”, forse senza neanche rendercene conto. Purtroppo però è un problema serio. Noi cerchiamo di riportare il silenzio, ma appena ci giriamo gli studenti riprendono». Infine, gli universitari. Abituati a biblioteche e aule studio aperte fino a notte fonda, nelle varie città universitarie (ma anche a Bolzano), a Merano devono fare i conti con orari di apertura piuttosto ridotti – almeno fino all’apertura dell’aula studio al Coworking della Memoria di via Foscolo, voluta dalla consulta giovani del Comune. «Però non se ne vedono moltissimi – conclude Pircher –, l’aula dedicata non è mai del tutto piena. Forse potrebbero approfittare almeno di questi orari».













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