Mensa sociale, i sindacati: «Soluzione tampone»  

Il trasloco deciso dal Comune. Pasti alle elementari Schweitzer e al Sant’Antonio Giarrizzo (Cgil): «Serve una sede unica e accogliente». Oltre mille i firmatari della petizione


Sara Martinello


Merano. La scuola Schweitzer può essere sicuramente considerata un miglioramento rispetto all’ambiente cupo che nel corso dei mesi passati ha ospitato la mensa sociale, sempre più vuota e desolata. Ma non può essere una soluzione definitiva: «Serve una sede unica, accogliente, aperta a tutta la cittadinanza», commenta Giuseppe Giarrizzo, della Cgil. Questa la condizione che i rappresentanti delle sigle sindacali hanno posto all’amministrazione durante il recente incontro col sindaco Paul Rösch e con l’assessore al sociale Stefan Frötscher.

Il fuggi fuggi da via Mainardo.

Ci sono volute oltre mille firme perché il Comune accogliesse la richiesta di un nuovo spazio, più adeguato alle esigenze degli utenti. La sala attualmente in uso, infatti, si trova in una galleria di via Mainardo: buia, poco invitante, poco aerata perché priva di finestre, poco sicura per via dell’assenza di vie d’uscita diverse dalla porta d’entrata. Tanto che col tempo c’è stato un vero e proprio fuggi fuggi: prima gli studenti delle scuole superiori, poi chi proprio non ne voleva più sapere di pranzare lì. Più della metà dei fruitori. Eppure il servizio della mensa dovrebbe dare anche la possibilità di socializzare a persone abituate a vivere nella solitudine.

Criticati locale e menu.

I problemi sono cominciati nell’autunno del 2017, dopo che la ditta Arma Srl, l’unica a essersi presentata, aveva vinto l’appalto per la somministrazione dei pasti sia nella mensa sociale, sia a domicilio. Se il regolamento prevede che lo spazio adibito a mensa sia situato nel raggio di un chilometro da piazza Teatro, gli elevati canoni d’affitto del centro avevano avuto un ruolo primario nell’individuazione del locale. Con un appalto da un milione e 200 mila euro per due anni di servizio, la ditta vincitrice era riuscita a mettere a disposizione soltanto la piccola vetrina nella galleria di via Mainardo. Tra le critiche messe nero su bianco con la petizione fatta dai comparti pensionati di Asgb, Cgil, Cisl e Uil c’era la poca cura nel menu, o almeno un peggioramento rispetto agli standard un tempo offerti dalla Caritas, insieme a una riduzione delle porzioni: “I cittadini firmatari – si legge nel testo della petizione – considerano che la fornitura di pasti precotti sia un servizio di ristorazione qualitativamente peggiore di quello erogato negli appalti precedenti, e la quantità somministrata non garantisce il pasto completo a tutti i cittadini che usufruiscono di questo servizio pubblico”. Punto, questo, sul quale non sembra essere stato trovato un accordo.

Schweitzer e Sant’Antonio.

«In futuro – spiega Frötscher – la refezione sarà garantita cinque giorni alla settimana (il lunedì, il mercoledì, il venerdì, il sabato e la domenica) alla mensa della scuola elementare Albert Schweitzer, in via XXX Aprile. Il martedì e il giovedì - giorni in cui la mensa è utilizzata dagli scolari – gli utenti potranno invece pranzare presso la clinica Sant’Antonio, in via Cavour. In entrambi i casi si tratta di spazi ideali, perché già adibiti a mensa o a sala pranzo e facilmente raggiungibili coi mezzi pubblici». Lo scorso febbraio, l’assessore aveva annunciato che il trasferimento sarebbe stato fatto entro la fine di maggio – questo l’accordo preso allora con la Consulta anziani. Nei giorni scorsi una piccola ritrattazione: «Il contratto di locazione deve essere disdetto e si devono assolvere diverse incombenze. Con ogni probabilità le due nuove mense per anziani saranno operative in maggio o al più tardi in giugno. Le due nuove soluzioni saranno testate almeno fino alla fine di quest’anno, prima che sia presa una decisione con effetti a lungo termine», ha detto Frötscher. Ad ogni modo, l’operazione non comporterà ulteriori oneri per il Comune. La Consulta anziani ha espresso parere favorevole, e la ditta Arma/Cirfood si è dichiarata d’accordo a trasferire il servizio.

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