Merano. Riaperto al traffico, dopo sei mesi di lavori, il ponte di ferro. L’operazione sarebbe dovuto durare molto meno, ma l’intervento aveva fatto emergere problemi strutturali più consistenti di quanto preventivato.

Tuttavia, a moltiplicare l’interesse attorno al passaggio sul Passirio (che affianca quello riservato al treno) non era stato tanto il risanamento in sé, bensì il suo riflesso politico che nelle scorse settimane ha dato un forte scossone agli equilibri del consiglio e della giunta comunale. Sulla base di una raccolta firme e alcuni pareri tecnici, l’esecutivo aveva annunciato, in coincidenza con il termine dei lavori, una fase di test: il ponte sarebbe rimasto chiuso alle auto fino a fine ottobre, lasciando libero il passaggio solo a pedoni e ciclisti. Ma una mozione della Civica per Merano - anche questa supportata da una petizione che aveva raccolto in pochi giorni il triplo delle sottoscrizioni di quella opposta -, votata con l’appoggio di elementi della maggioranza, aveva ribaltato la decisione, obbligando il sindaco a ritirare il provvedimento sperimentale.

Fra le conseguenze, scintille nella coalizione di governo e la scelta di Veronika Stirner, ex consigliera provinciale e sostenitrice della chiusura del ponte, di lasciare la Volkspartei.