Rogo a Sinigo, parla la famiglia coinvolta

Merano. A più riprese indicata come corresponsabile del rogo di un materasso (con inseguimento e minacce) avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 luglio a Sinigo, la famiglia residente al piano terra...



Merano. A più riprese indicata come corresponsabile del rogo di un materasso (con inseguimento e minacce) avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 luglio a Sinigo, la famiglia residente al piano terra del civico 4 di via Damiano Chiesa vuole dire la propria rispetto a quanto accaduto e alla situazione della convivenza nei condomini Ipes.

«Quella sera eravamo in casa – racconta la madre –. A un certo punto mio figlio è entrato gridando che il nostro appartamento stava per andare a fuoco. Si trattava soltanto di uno straccio, nulla di particolarmente serio, ma chiaramente il pensiero che le fiamme potessero propagarsi al nostro appartamento, interamente rivestito in legno, ci ha impauriti. Perciò, spento quel piccolo fuoco, abbiamo chiamato i carabinieri. Ma proprio mentre eravamo in giardino a fare il verbale insieme ai militari ignoti – contro i quali abbiamo sporto denuncia – hanno lanciato qualcosa attraverso la finestra di una camera da letto del nostro alloggio e un materasso ha preso fuoco. Insieme a un carabiniere, mio marito si è precipitato in casa per lanciare fuori dalla finestra il materasso in fiamme, per fortuna senza che all’appartamento siano stati arrecati danni. Le cose sono andate così, come già abbiamo spiegato all’Ipes».

«Le relative segnalazioni – prosegue la donna – arrivano da Paola Zampieri (attiva come presidente del comitato di quartiere e candidata al consiglio comunale per Fratelli d’Italia, ndr). Sulla stampa si dice che noi eravamo “muniti di coltelli” o si danno altri dettagli che ci dipingono come persone violente. Sono solo calunnie: noi, quella sera, eravamo insieme a carabinieri e vigili del fuoco. Non c’è stato nessun inseguimento, nessun coltello, nessun bastone, nessuna minaccia. In trent’anni non abbiamo mai fatto male ad anima viva e il canone d’affitto lo paghiamo regolarmente. Siamo gente civile, come tutti: perché volerci così male? È razzismo nei nostri confronti? La signora Zampieri e sua figlia ci lascino vivere in pace: siamo gente civile come loro e contro di loro non abbiamo nulla. Le cose non sono andate come è stato raccontato da qualcun altro. Prima di buttarci fuori di casa si ascolti la nostra versione».













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