Rohrer: «Nuovo Put,  il traffico si combatte con scelte coraggiose» 

Tensioni in maggioranza per l’approvazione del documento «Ma il coinvolgimento dei cittadini ha funzionato»


di Giuseppe Rossi


MERANO. Il percorso per arrivare all'approvazione finale del Piano urbano del traffico (Put) è ancora lunga, ma questa volta la politica coinvolge nel processo decisionale anche i cittadini. «Stavolta è successo l'esatto contrario di quanto accaduto in passato – spiega Madeleine Rohrer, assessora comunale alla mobilità – e l'ingegner Stefano Ciurnelli, redattore del documento, non ha ricevuto linee guida da seguire a priori».

Ora però le proposte di Ciurnelli non piacciono a tutti e se il Put oggi venisse votato in giunta non è detto che otterrebbe la maggioranza. Giusto?

«Il percorso non è finito, ci sono ancora incontri pubblici e gruppi di lavoro. Una cosa però è certa: il compito del tecnico è quello di rilevare i problemi e proporre soluzioni. Solo a questo punto entra in gioco la politica».

Esattamente il contrario di quanto fatto con i piani del traffico precedenti...

«In passato c'erano però due assenti fondamentali: i dati tecnici, che sono una fotografia del traffico a Merano, e i cittadini come attori della mobilità stessa. Ecco perché noi abbiamo usato un altro metodo. Non dimentichi che i cittadini ci hanno voluto al governo della città proprio per contare più della politica e delle sue lobby».

Voi siete partiti dai dati, insomma.

«Prima un'analisi accurata, scientifica, senza intromissioni e senza scelte preconfezionate. I risultati sono stati pubblicati, discussi e condivisi in gruppi di lavoro con i cittadini. Poi l'assemblea pubblica per presentare quei dati».

Anche nelle proposte di soluzioni l'ingegner Ciurnelli è stato lasciato libero?

«Solo con una diagnosi chiara, il progettista ha potuto sviluppare le linee guida del Put e poi le misure concrete».

Come hanno risposto i cittadini?

«In maniera fantastica. Assemblee sempre gremite. Ma ci sono anche arrivate oltre 200 osservazioni che hanno contribuito a sviluppare e perfezionare il documento tecnico ora disponibile. In passato le osservazioni arrivavano dopo l'approvazione del Put in giunta, assurdo».

Così facendo però si toglie potere alla politica rappresentativa, non crede?

«A me viene il sospetto che chi non concorda più con questo metodo di stesura del Put, non ritiene fondamentale la partecipazione dei cittadini. O ritiene utili solo i pareri delle lobby che hanno, grazie alle loro strutture, un contatto diretto almeno con una parte della politica. Come altrimenti si può spiegare il fatto che prima ancora che la bozza del documento tecnico venisse discussa con in partiti di maggioranza, alla giunta fosse già arrivato il parere del Bauernbund? Mi consola il fatto che gli stessi partiti, in passato senza sentire la gente, hanno dovuto fare marcia indietro su alcune scelte».

A cosa pensa, assessora?

«Alla chiusura di corso Libertà superiore ai bus. Per mitigare i danni generati dal provvedimento a commercianti e abitanti del centro storico si è ventilata la possibilità di creare un'area di manovra per il trasporto pubblico in piazza della Rena».

Soluzione che però l'ingegner Ciurnelli ha scartato.

«Una simulazione ha mostrato che tale provvedimento causerebbe un aumento della lunghezza media delle code in via Cavour pari al 150% con perdita di tempo agli utenti e per chi proviene dalla Passiria. Per far uscire i bus da ponte della Posta servirebbe un semaforo verde con priorità».

In sostanza lei è fautrice di un metodo con problemi e soluzioni sul tavolo, poi la politica decide?

«Esatto».

Verdi ed Svp la pensano diversamente sui bus in corso Libertà. Come ne uscirete?

«È legittimo dire che non piace il trasporto pubblico, anche se elettrico, in centro storico. Chi non lo vuole deve però anche prendersi la responsabilità del fatto oltre mille abitanti su 2.500, quelli più indifesi, rimarrebbero penalizzati e che una parte dei negozi e servizi in centro storico non sarebbero raggiungibili adeguatamente. Il tutto mentre il cliente di un albergo in corso Libertà potrà accedere alla sua residenza temporanea in auto. Se facciamo così i bus urbani non faranno mai il salto di qualità necessario per farli preferire alle auto private».

In giunta c'è anche chi ha il mal di pancia per il cambio di destinazione di piazzale Prader.

«Una contrarietà poco lungimirante. La proposta prevede di dividere i flussi fra mezzi pubblici e mezzi privati, un largo e luminoso sottopassaggio fra Prader e stazione per biciclette e pedoni e la regolamentazione dell’incrocio davanti alla stazione con un semaforo intelligente».

E le bancarelle del mercato dove saranno trasferite?

«Si sposteranno sull’ampia superficie della stazione dei bus di oggi, permettendo così di ampliare il parco della stazione e di creare una vera piazza davanti alla stazione. Penso anche di utilizzare il tetto della stazione bus per un ulteriore mercato».

Se invece il mercato rimanesse al Prader?

«Il parco dovrà essere ridotto, perché la superficie non basterebbe per il progetto del centro della mobilità vincitore del bando di concorso provinciale e sarebbe necessaria, inoltre, la costruzione di un’ulteriore rotonda in viale Europa. Quest’ultima soluzione prevedrebbe l’uscita costante degli autobus dalla stazione bus con un’interruzione del traffico privato generata da ben oltre 1.200 manovre al giorno».

Cosa chiede in sostanza l'assessora Rohrer a politici e cittadini?

«Siamo a un bivio: cambiare poco o nulla, subendo il traffico in costante aumento, pari ad un punto percentuale all’anno circa, oppure avviare un percorso più difficile per una mobilità più moderna per migliorare la qualità di vita di tutti. In numeri: riduzione del traffico motorizzato e delle emissioni di gas nocivi dell'8% e riduzione del tempo di percorrenza sulle strade del 17%».













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