Saldi, gli affari sono in calo «Ma Natale è andato bene» 

I commercianti: «Le famiglie hanno concentrato le spese a dicembre» I piccoli negozi si difendono con la strategia dei bonus e puntando sugli e-shop



MERANO. Nei negozi del centro gli affari languono anche durante il periodo dei saldi. Meranesi poco propensi a mettere mano al portafoglio e turisti ormai quasi assenti, questo il dato registrato nei più svariati esercizi. E fatto salvo chi per diverse ragioni applica sconti anche del 50%, i commercianti lamentano la precocità dei saldi rispetto al periodo natalizio. Vicinanza che però rivela avere una doppia valenza, come attestato da chi già durante le feste applica strategie mirate.

La corsa per riuscire ad accaparrarsi un buon numero di articoli scontati quest’anno sembra non esserci, nonostante i cartelloni che cercano di convincere i passanti a non farsi sfuggire occasioni. In questa prima settimana di saldi solitamente gli articoli sono scontati fino al 30%, mentre col passare del tempo si arriverà al 50 o al 70%. Un segnale, questo, che può allarmare i potenziali clienti rispetto alla qualità della merce o al ricarico applicato a inizio stagione, così come innescare un ragionamento sulla produzione di beni superflui.

Il rituale del commercio invernale, l’aspettativa che il periodo dei saldi compensi gli eventuali cali della redditività dell’autunno, suona stantio a Mirco Benetello, direttore provinciale di Confesercenti. «L’elemento di forte criticità – nota – è che il metodo di lavoro è cambiato. I piccoli commercianti, quelli che non godono dell’immediata riconoscibilità dei grandi marchi o delle grandi catene, non possono pensare di sopravvivere unicamente grazie ai saldi. Poi bisogna considerare il clima generalmente più caldo rispetto agli anni passati, quando per ripararsi dal gelo ci si rifugiava nei negozi». La situazione bolzanina, fa sapere Benetello, sembra migliore rispetto a quella meranese. «Gli sconti sono partiti bene anche nei quartieri meno centrali e anche prima del 5 gennaio, sfruttando la presenza dei turisti. A Merano ci sono sia segnali positivi, sia situazioni meno fortunate».

Molto dipende anche dal settore. Chi si occupa di cosmetica è solito applicare sconti fedeltà o attuare promozioni durante tutto l’anno, quindi non si preoccupa eccessivamente dello scarso viavai di amanti delle compere sulle strade del centro. Barbara Hesse, dell’omonima pelletteria, quest’anno ha organizzato una svendita totale che incentiva anche le spese normalmente più ponderate: «I saldi stanno andando bene rispetto all’anno scorso. I turisti il 6 gennaio sono andati via, ma i meranesi comprano». Va peggio l’abbigliamento: «Di norma il primo finesettimana di saldi in negozio è un viavai frenetico per tutto il giorno. Quest’anno invece è deserto, mentre a Natale abbiamo registrato ottimi incassi», racconta la commessa di un negozio di abbigliamento sotto i portici. Effettivamente basta un rapido giro tra i principali negozi del centro per capire che non c’è neanche l’ombra del solito affollamento. Specialmente per chi vende calzature, come conferma Norbert Rainer, titolare del negozio Geox: «I pre-saldi sono andati bene, anche grazie alla presenza dei turisti. Ma la data d’inizio dei saldi effettivi è troppo precoce, perché se a Natale la gente non compra scarpe aspettando i saldi, ora nessuno acquista calzature pesanti, visto il clima. In montagna, per esempio, di neve non ce n’è». Dalle scarpe invernali si passa a quelle da ginnastica da Sneakerworld, il negozio di Aris Deflorian. «Siamo contenti, anche perché siamo riusciti a raggiungere diversi tipi di pubblico – spiega Deflorian, responsabile meranese del settore del commercio fisso per Confesercenti –. Non risentiamo della prossimità del Natale grazie ai buoni regalo da mettere sotto l’albero e da usare in maniera astuta durante le svendite, e in questo momento il nostro e-shop è frequentato da chi non può raggiungere Merano ma che ugualmente acquista i nostri prodotti. So che la sensazione generale è che la vicinanza del Natale abbia riverberi negativi sulle vendite, ma d’altra parte si può considerare come, iniziando prima del 10 gennaio, ancora si riescano a intercettare gli ultimi turisti».

I commercianti ora aspettano qualche giorno, per capire se con l’arrivo degli stipendi le vendite aumenteranno.

(m.m./s.m.)













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