«Saxifraga» in consiglio, è guerra fredda tra Svp e Verdi 

Il documento di Schir. Casus belli è l’articolo 23 sulla ristrutturazione dell’area gastronomica I Verdi: «L’Ente gestione Teatro ha agito nelle proprie facoltà». La Civica accusa Monika Gamper


Sara Martinello


Merano. Se la fine di una legislatura deve essere segnata da un evento che acceleri la rincorsa verso le elezioni, stavolta il casus belli potrebbe essere l’affaire Kurhaus. Perché al di là della questione in sé, l’articolo 23 portato da Francesca Schir alla seduta di giovedì è stato disvelatore delle simpatie e delle non più tanto segrete guerre che fendono l’aula consiliare. Sull’ara sacrificale il simulacro di Monika Gamper, presidente del Cda dell’Ente gestione Teatro deliberante il concorso di idee per la riprogettazione dell’area gastronomica. Assente giustificato il sindaco Rösch. E mentre la Civica ha colto l’occasione per dimostrare amicizia all’Svp, l’assessora Strohmer ha preferito proseguire sulla linea già espressa dal collega Frötscher (si ricordi il siluramento di Gamper, non più gradita). Lasciando che a condurre il logoramento dell’alleato verde fosse Casolari. Non anomalo il comportamento dell’assessore Zanella (Pd), che dopo l’iniziale tentativo di rimandare la discussione ha lasciato vuota la poltrona. E la Lega? Opposizione o partito di riferimento di Karl Martinelli, la Lega ha votato a favore.

Ma andiamo con ordine. La presidente del consiglio comunale Schir (gruppo misto) presenta un ordine del giorno urgente mercoledì 12, ammesso alla discussione del giorno successivo. Subito Zanella: «Che il tema sia attuale e di pregio non è in dubbio, ma non c’è l’urgenza. Stiamo perdendo il controllo delle nostre azioni». Il vicesindaco Rossi ricostruisce la storia dell’ultimo anno: «L’Ente gestione Teatro è un ente autonomo con un suo Cda e con una sua autonomia decisionale. La giunta è stata informata: novembre 2018 era il termine per la conferma della partecipazione al concorso, e nel marzo 2019 la presentazione dei plastici e l’apertura dei plichi. Le Belle Arti hanno potuto seguire i lavori della commissione e la giunta ha preso atto dei progetti, dando mandato all’Ente per una presentazione pubblica ma senza alcuna indicazione su finanziamento, tempi o qualsiasi altra cosa che potesse permettere l’avvio dell’iter. Il 25 giugno 2019 i progetti sono stati presentati a questo consiglio».

Interviene Casolari. Breve plauso a Schir, anche se «avevo avuto la stessa idea». Il consigliere della Civica fa un esempio: «È come se l’amministratore di condominio prendesse l’iniziativa per un progetto su casa mia pensando che a cose fatte io lo dovrò accettare per forza». Christina Kury difende l’Ente: «Ha agito nelle sue facoltà, il primo punto dell’articolo 23 mi sembra soverchiarle». Casolari accusa i Verdi di trincerarsi dietro il regolamento. Armanini conferma il carattere urgente della discussione. Balzarini arriva a citare l’eventualità di dover rispondere davanti alla Corte dei Conti.

È il segretario comunale a sciogliere il primo nodo: il Comune non può annullare il concorso. Kury spiega che il municipio potrà intervenire invece in sede di approvazione del finanziamento, questo sì. «Eventuali responsabilità vanno individuate all’interno del Cda, verificando quindi se all’interno del Comune qualcuno abbia preso accordi verbali o scritti», così l’assessore Zaccaria.

Pausa, Schir invita i capigruppo a riunirsi. Ne esce un ordine del giorno depotenziato nel suo primo punto: “Il consiglio rigetta tale modus operandi, dovendosi riportare ogni decisione in merito presso gli organi che rappresentano la proprietà dell’immobile, cioè giunta e consiglio comunale”. Secondo, “Eventuali progetti di manutenzione o ampliamento devono essere valutati coinvolgendo proprietà e cittadinanza”. «Carta straccia», commenta Kury una volta ripresa la seduta. Segue un botta e risposta con Casolari forse a favore di penna, per la Civica, tanto che questa lancia l’ultimo strale: «Chi ha incassato i 48 mila euro per 700xM potrà rifondere la città dei 40 mila già spesi».

Fine, si vota. Il secondo punto passa con 16 voti, contrari Duso e Tischler, astenuti i Verdi, Roat, Genovese e Zaccaria. Sedici favorevoli anche per il primo, ma stavolta Rossi passa dall’astensione alla contrarietà: «Com’era formulato era inammissibile – commenterà a seduta conclusa – e il secondo era superfluo, perché per quanto antipatica possa essere stata la procedura si è seguito un iter legittimo, e il punto portato da Schir dice esattamente quello che dovrà succedere in ogni caso. Confido nel fatto che il Cda abbia agito con contezza delle proprie facoltà». Amara Schir, nonostante l’approvazione: «Ho l’impressione che sempre più si sacrifichi al privato lo spazio pubblico».













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