Secondo lotto del tunnel, dal Tar una doccia gelata 

Il ricorso. Accolta la richiesta di sospensiva fatta da Pizzarrotti spa, terza nella gara d’appalto Rösch: «Non ne possiamo più. Quella strada servirebbe a snellire il traffico di passaggio»


Ezio Danieli


Merano. Bisognerà attendere ancora due mesi per sapere se e soprattutto quando avrà un futuro concreto la circonvallazione nord-ovest con il traforo di monte Benedetto (secondo lotto del tratto sotterraneo che collegherà la MeBo all’imbocco della Passiria) e la costruzione del garage sotterraneo. Il Tar di Bolzano si è pronunciato con un’ ordinanza fissando per il prossimo 22 gennaio l’udienza sul merito del ricorso. Con la reazione del sindaco Paul Rösch, che ha espresso la sua preoccupazione per il protrarsi ulteriore dei tempi.

I “personaggi” della vicenda.

Il ricorso è stato presentato dall’impresa Pizzarotti in qualità di mandataria del costituendo consorzio con Collini Lavori spa contro l’Agenzia per i procedimenti e per la vigilanza in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture e contro la Provincia. La richiesta era relativa all’annullamento della gara d’appalto del secondo lotto della circonvallazione, vinta dall’associazione temporanea d’imprese che ha come capogruppo la Carron Bau e, in seconda posizione, la Cooperativa muratori e cementisti, poi esclusa dalla classifica.

Negli ultimi mesi a sostegno della necessità di procedere con la costruzione dell’infrastruttura si erano schierate molte realtà del territorio, dalla Comunità comprensoriale a nove dei 26 Comuni del Burgraviato, compresi quelli di Merano, Lagundo, Scena e Tirolo, tutte realtà intervenute nel processo amministrativo per contrastare il ricorso di Pizzarrotti spa. Anche diverse associazioni di categoria dell’economia da anni richiedono il completamento dell’opera, fra l’altro prevista nel Piano urbano del traffico di recente approvato a Merano e nel Masterplan cittadino.

Rösch esasperato.

Come si legge nella recente ordinanza, il Tar, “considerato che la particolarità della vicenda e le complesse questioni di diritto hanno bisogno di approfondimento”, ha ritenuto “di accogliere la domanda cautelare e di sospendere gli atti impugnati con conseguente inibizione di procedere alla stipula del contratto fissando per la trattazione della causa l’udienza pubblica del 22 gennaio 2020”.

Insomma, sospensiva accolta, con trattazione di merito fra due mesi. E poi? È preoccupato, il sindaco Paul Rösch, per lo sviluppo della situazione. «Le leggi in vigore permettono di presentare ricorsi. Non voglio entrare nel loro merito. Dico solo che Merano e parte del Burgraviato hanno bisogno assoluto di questa strada che toglierà parecchio traffico dal centro cittadino e dalla val Passiria. Ormai lo sappiamo tutti. Ma c’è un altro aspetto che mi preme sottolineare: con il parcheggio previsto sotto monte Benedetto saremo in grado di liberare importanti spazi in tutta la città che, priva di diverse auto in sosta, potrà finalmente cambiare volto. Ci sarà lo spazio per costruire nuove piste ciclabili allargando l’isola pedonale e favorendo soprattutto i pedoni. Merano ha bisogno della circonvallazione e mi auguro che l’appalto dei lavori per completare l’opera possa essere risolto al più presto».

La storia infinita.

Un salto all’indietro è necessario per comprendere una storia che ha dell’incredibile. Dopo due anni di interruzione dell’iter di realizzazione del secondo lotto della circonvallazione – dalla zona della stazione ferroviaria alla val Passiria con il tunnel sotto monte Benedetto – la Provincia a metà settembre ha confermato il contratto per la costruzione del tunnel di monte Benedetto al consorzio di imprese che si era classificato al primo posto. Le controversie legali più complesse sono state precedute da ricorso e controricorso tra i secondi classificati e i vincitori della gara di appalto, con l’esclusione del consorzio di imprese che si era piazzato al secondo posto a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato. Poi è arrivato un altro ricorso al Tar per quello che sarebbe il cantiere stradale più grande in provincia, quello discusso nei giorni scorsi di fronte al Tar. Se il tribunale avesse rifiutato poteva essere firmato il contratto con la Carron Construction e la costruzione avrebbe potuto iniziare nei tempi previsti, cioè nella primavera del 2020. Ora, tutto torna in ballo.

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