Stelvio, Parco «a caccia» di giovani 

Forestali e ornitologi per ripartire dalla natura. Presto al via 111 manifestazioni



PARCO DELLO STELVIO. Uniti nel comune destino di traino dell’economia e dal cartellone su cui una linea rossa traccia il “Sentiero delle fragole” lungo la valle, il centro visite del Parco dello Stelvio e il consorzio dei piccoli frutti sono l’uno accanto all’altro. Al centro visite c’è Florian Felderer: «Il Parco è aperto, ma l’inverno lungo ha ritardato di un mese tutte le manifestazioni. Aspettiamo turisti tedeschi, e in agosto i visitatori italiani». Di manifestazioni Felderer ne ha organizzate centoundici, in collaborazione tra il Parco nazionale, l’Avimundus, il Culturamartell, il centro visite Lahner Säge della val d’Ultimo e il Naturatrafoi. A catalizzare le sue attenzioni è il gipeto barbuto, l’avvoltoio che coi suoi 2 metri e 90 di estensione alare è il più grande tra quelli che nidificano in Europa – e che dà lo spunto per una riflessione globale. «Qui ne passano diversi, tutti in cerca di un posto sicuro dove nidificare. Non abbiamo biologi che si occupino esclusivamente di questo esemplare così raro: in generale servirebbero giovani studiosi di scienze forestali che possano aiutare. Di buoni conoscitori del Parco qui ce ne sono: bisognerebbe incoraggiarli a restare».













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