Tempi d’attesa e personale i grandi affanni dell’Asl 

Posti letto all’ospedale Tappeiner: i numeri rispettano il piano provinciale Più di un reparto continua però a lamentarne la mancanza. Infermieri in fuga


di Giuseppe Rossi


MERANO. Una sanità pubblica sempre più sulla difensiva, con toni addirittura rassegnati secondo il consigliere Christoph Mitterhofer di Südtiroler Freiheit, che si arrende al progetto provinciale di puntare a una sanità sempre più privatistica (Adriana Valle, M5S).

Questa la fotografia che esce dalla seduta di consiglio comunale convocata per ascoltare la relazione dell'assessora provinciale Martha Stocker e della direttrice di comprensorio Irene Pechlaner.

Cinque i temi messi sul tavolo dall'ordine del giorno approvato ormai oltre un mese fa in aula, che aveva impegnato il sindaco a invitare in consiglio i vertici della sanità locale: il calo dei posti letto in ospedale, le liste d'attesa, la carenza di infermieri, le criticità del pronto soccorso e la situazione dei medici di base, sempre più difficili da reperire per sostituire chi lascia l'incarico o va in pensione.

Stando al piano sanitario provinciale, hanno spiegato le due ospiti del consiglio comunale i numeri danno ragione al comprensorio meranese. Il piano sanitario prevede per l'ospedale di Merano 312 posti letto, oggi ne esistono 335, di cui 311 attivi. Tutto in regola dunque! Peccato che più d'un reparto e i pazienti lamentino invece il contrario: la mancanza di posti letto.

In tema di riabilitazione i posti letto previsti dal piano sanitario sono 95, oggi nel comprensorio ne esistono 100, per lo più in strutture private. L'ospedale dovrà, medici permettendo, entro fine 2018 sopperire alla chiusura dei posti letto al Martinsbrunn, sempre più orientato a fare la casa di riposo. Assessora e direttrice hanno ribadito che l'occupazione di posti letto all'ospedale nel triennio 2014-2016 è scesa dal 75 al 72%, come dire che di posti letto se ne possono togliere ancora.

Infermieri. In tema di carenza di infermieri la direttrice Irene Pechlaner ha fissato una sequenza di punti: il nuovo orario di lavoro limita gli straordinari, la legge 104 e i permessi per assistenza non autosufficienti equivale a 11 posti di lavoro a tempo pieno e ogni anno 20 infermiere mettono al mondo un figlio, non potendo svolgere turni notturni e ruoli gravosi durante la gravidanza e assentandosi dopo il parto.

Ma il fenomeno inquietante è rappresentato dalla fuga di infermieri verso la Svizzera, dove sembra che vengano pagati due o tre volte di più. Nel momento in cui è stata installata la seconda risonanza magnetica, poi, tre radiologhe hanno lasciato il lavoro, costringendo l'Asl a rinviare la sua messa in funzione.

Pronto soccorso. Con 200 accessi al giorno l'attuale sistema misto va rivisto e attribuito all'emergenza medica meranese il ruolo di primariato a sé stante. Questo l'obiettivo del comprensorio sanitario.

Peccato però che l'80% degli accessi sia in codice bianco o verde, ovvero non da intervento urgente e che i pazienti solo in pochi casi paghino il ticket, perché la decisione spetta al medico, che non ha tempo di fare discussioni con il paziente.

Dismessi la scorsa estate, la direttrice Irene Pechlaner ha confermato in aula che i posti letto di osservazione al pronto soccorso saranno rimessi in funzione in febbraio.

Tempi d’attesa. «Sono disposto ad aspettare per una visita – ha detto in aula l'indipendente Peter Enz – anche novanta giorni, ma quello che è inaccettabile è che lo stesso medico possa ricevermi come paziente due o tre giorni dopo la prenotazione se pago la visita. Questi medici vanno penalizzati nella loro libera professione».

Andrea Casolari (Civica per Merano) ha proposto il convenzionamento di studi di fisioterapia per ridurre i tempi d'attesa per i trattamenti, oggi stabilmente a 6-7 mesi.

Per Adriana Valle (M5S) «stiamo andando sempre più verso una sanità delegata ai privati. Per una mammografia bisogna ormai attendere un anno, sono saltati tutti i piani di prevenzione, come anche il sistema delle visite a urgenza differita».

Per l'ex primario Heinrich Tischler, oggi consigliere dei Verdi, gli ambulatori ortopedici sono tornati a usare il sistema delle liste chiuse per prenotare una visita, sistema che il comprensorio aveva giurato di aver abbandonato. Un'ora al mese con telefoni intasati e se non si ha fortuna si passa al mese dopo senza nessuna garanzia di riuscire a prenotare. Tischler ha anche lamentato la preoccupazione per la chiusura dei posti di riabilitazione al Martinsbrunn, 19 posti letto che la direttrice Irene Pechlaner ha detto di voler reinserire in ospedale, medici da trovare permettendo.

Medici di base. L'emergenza medici di famiglia ormai innescata da un anno a Merano con pazienti residenti in città costretti ad affidarsi a dottori di Avelengo o Scena, è destinata a finire.

La direttrice del comprensorio ha informato i consiglieri che in graduatoria pronti per accettare un posto ci sono ben dieci medici meranesi, che si spera, aprano il loro ambulatorio in riva al Passirio.

Sistema sanitario. Una sanità rassegnata per Christoph Mitterhofer (Suedtiroler Freiheit), combattiva e legata al rispetto delle leggi per l'assessora Martha Stocker, alla quale tutti in aula hanno però riconosciuto l'impegno in un settore delicato.

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