IL DATO

Nel 2018 aumentano i divorzi e le separazioni a Bolzano

Lo dicono i dati dell'ufficio di Stato civile del Comune elaborati dal Centro assistenza separati e divorziati e del Centro di mediazione familiare



BOLZANO. Sul medio periodo, cioè negli ultimi tre anni aumentano divorzi e separazioni a Bolzano: lo dicono i dati dell'ufficio di Stato civile del Comune elaborati dal Centro assistenza separati e divorziati e del Centro di mediazione familiare.

Nel 2018 ci sono stati infatti 42 separazioni (furono 30 nel 2017 e 21 nel 2016) e 69 divorzi (47 nel 2017 e 78 nel 2016). Guardando invece i dati relativi all'ultimo decennio, dal 2008 al 2018, si nota invece un calo sia sulle separazioni (519 nel 2018) che sui divorzi (480 nel 2018). Ma nel 2008, dicono i dati del Tribunale di Bolzano, le separazioni furono 720 (610 consensuali e 110 giudiziali) ed i divorzi 529 (464 definiti e 65 giudiziali).

«Il 2018 è stato un anno intenso anche per quanto riguarda gli invii da parte dei servizi sociali a percorsi di mediazione familiare, si tratta però di coppie che presentano un altissimo tasso di conflittualità e pertanto spesso non mediabili. Si è però riscontrato un proficuo dialogo tra i mediatori familiari e le assistenti sociali del territorio con il reciproco impegno di lavorare maggiormente in rete e preventivamente», si legge in una nota del direttore di Asdi, Elio Cirimbelli. Il Centro di assistenza, lo scorso anno, ha avuto circa 2.000 contatti telefonici, 700 colloqui singoli e 150 con coppie.

Da gennaio a dicembre, inoltre, il Centro ha seguito 68 nuove coppie con interventi di mediazione, fornendo all'utenza circa 350 ore di terapie di coppia, psicologiche e consulenze, oltre che circa 600 ore di attività di volontariato. «La mole di lavoro è stata tanta, le situazioni sempre più complesse che richiedono molto tempo, è risultata preziosa la collaborazione da parte di alcuni volontari (più di 600 ore) che con il loro contributo hanno fatto sì che gli operatori e i professionisti non venissero distolti dal lavoro». In tutti questi anni Cirimbelli non si è mai sbilanciato pubblicamente, ma oggi si sente di lanciare una sorta di appello alla Provincia affinché, scrive nella nota, «gli uffici preposti facciano un ulteriore sforzo ed aumentino in percentuale i contributi (più risorse). Chiediamo più risorse per poter continuare a garantire al meglio le prestazioni di Mediazione Familiare alle coppie e alle famiglie che provengono dal resto della Provincia e che a volte sono inviate anche dai Comprensori e dal Tribunale. Non vorremmo essere costretti a non garantire più queste prestazioni perché non abbiamo copertura finanziaria», conclude la nota. 













Altre notizie

Attualità