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Non vaccinato il 12% del personale, Rsa a rischio chiusura in Trentino

Cgil e Cisl: "Da Upipa e Azienda sanitaria quadro allarmante". Cinque case di riposo non potrebbero garantire i turni, altre 7 non assicurerebbero i parametri essenziali



TRENTO. In Trentino cinque case di riposo non potrebbero garantire i turni, sette non garantirebbero i parametri assistenziali e le altre dovrebbero rimodulare al ribasso organizzazione e maggiori parametri a oggi assicurati. In futuro possibili le chiusure di reparti o intere strutture.

Questa la situazione se non dovessero cambiare i numeri degli operatori attualmente non vaccinati: 74 Infermieri, 263 Oss, 39 Ausiliari e 5 medici, ovvero il 12% del personale.

È il quadro prospettato in un incontro tra i vertici di Upipa, la presidente Michela Chiogna e il direttore Massimo Giordani, il dottor Massimo Nava dell'Azienda sanitaria di Trento in un incontro sollecitato da Fp Cgil e Cisl Fp: "Una situazione che apprendiamo con grave ritardo - sottolineano i sindacati - per questo denunciamo l'ostinata assenza di un tavolo di confronto a livello di assessorato e Azienda sanitaria, oltre che in Upipa". "È grande il rischio, per gli operatori vaccinati, di vedersi raddoppiare o triplicare lavoro e turni per far fronte ai carichi degli operatori sospesi. A questi ultimi rivolgiamo un appello".

I sindacati denunciano poi il mancato rinnovo del contratto, scaduto da tre anni: "Come può la politica pretendere - denunciano i sindacati - che il sistema non produca disaffezione se non aperta ostilità e atti di sfida?". 













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