sanità

Pazienti in attesa per gli esami. Gli Ordini: «Manca personale»

Cittadini in coda per una risonanza magnetica, una mammografia ed anche per la riabilitazione e la fisioterapia. «Troppo spesso il cittadino deve andare più volte in ospedale o nei distretti per sapere cosa ha» 


Valeria Frangipane


BOLZANO. Il cittadino-paziente non fa code solo per avere una visita specialistica ma anche per una risonanza magnetica (a Bolzano le attese sono di mesi) un’ecografia, una mammografia e ancora per la riabilitazione, per la fisioterapia ecc. Ieri l’ex assessore Thomas Widmann è stato caustico: «Quando c’ero io i tempi di attesa per una mammografia erano di 380 giorni e li ho portati a 80, adesso sono risaliti a 300, un lasso di tempo che può decidere tra la vita e la morte di una persona. Le donne che fanno? Vanno in Trentino dove sono più rapidi o nel privato. E non è giusto».

Le tre presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, Irene Rigott, della professione di ostetrica, Sara Zanetti e della professione di fisioterapista, Carla Naletto, dicono che la carenza di medici ed infermieri è nota a tutti ma non si parla mai della carenza di personale delle altre professioni sanitarie. «Mancano anche molti professionisti dell'area tecnico-sanitaria, della riabilitazione e prevenzione, mancano anche ostetriche e fisioterapisti. La sintesi? É una sola. I pazienti continueranno a dover aspettare anche per esami radiologici, cardiologici, audiometrici, neurofisiologici, per la logopedia, la terapia occupazionale, la riabilitazione ortopedica, neurologica, psichiatrica e per la podologia. Perché manca personale».

Il cittadino che ha in mano la prescrizione per una visita può anche trovare il medico disponibile ma poi capita che per l’esame diagnostico debba attendere anche mesi. Al paziente - dicono le tre presidenti degli Ordini - non importa chi manca. «Quando si sta male si vuole solo avere al più presto visita ed esami, per capire quale è la diagnosi e quale sarà la terapia e la cura. E ormai non si capisce piú quale sia la figura professionale che in quello specifico momento non è disponibile. Perchè troppo spesso un paziente che magari arriva da fuori deve andare tre/quattro volte in ospedale o nei distretti per sapere cosa ha, per non parlare dei tempi che si allungano quando occorre ripetere o approfondire esami».

Attese infinite dopo la diagnosi del medico anche per la riabilitazione. «Sia per podologia, logopedia, fisioterapia, terapia occupazionale ecc. la realtà è che ogni volta che si parla di riabilitazione occorre solo sperare di trovare appuntamento. E questo capita sia nelle strutture pubbliche che in quelle convenzionate che spesso finiscono le prestazioni in convenzione giá nei primi mesi dell’anno».

Per Carla Naletto in tutto l’Alto Adige mancano fisioterapisti in ambito pubblico, privato-convenzionato e in ambito geriatrico (case di riposo, residenze per anziani). «I fisioterapisti neolaureati vengono assorbiti dal mercato del lavoro privato e estero. Quest'ultimo è maggiormente attrattivo dal punto di vista della remunerazione». Questa la realtà. Problemi anche sul fronte delle ostetriche. Sara Zanetti dice che per garantire che in futuro tutte le donne, i neonati e le intere famiglie possano accedere al percorso nascita su tutto il territorio provinciale è necessario mantenere attraente la professione dandole finalmente la giusta considerazione e remunerazione. «E poi vanno impiegate le ostetriche in tutti gli ambiti di competenza che non sono solo le sale parto ma anche reparti di ostetricia e ginecologia, nidi, distretti, ambulatori per la procreazione medicalmente assistita, ambulatori ostetrico- ginecologici e pronto soccorso ostetrico-ginecologici».













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