IL CASO

«Cane malato grave, in Badia e Pusteria nessun veterinario» 

Turista protesta dopo un’urgenza la sera del 23 dicembre.  L’Ordine: «Medici non pagati per la reperibilità notturna»


di Fausto Da Deppo


ALTA BADIA. Alla disperata ricerca di un veterinario in una corsa attraverso l’Alta Badia e poi fino a Brunico e ancora verso Bressanone. È la disavventura capitata a una turista bresciana, Annamaria Canepa, e al suo cane Leonardo, un maltese di 8 anni.

Erano arrivati a La Villa il 23 dicembre e per Leonardo le vacanze erano cominciate male, con una crisi descritta dalla sua padrona come “importante con tosse, sangue e 90 respiri al minuto”. Insomma, bisogna chiamare uno specialista e la signora ci prova. Ma è sera ed è la vigilia della festa, al numero di telefono trovato non risponde nessuno. Qualcuno scoraggia la turista: “Molti veterinari - le dicono - si occupano prevalentemente di mucche e animali simili”.

La turista carica il maltese in auto e comincia il pellegrinaggio alla ricerca di un ambulatorio aperto o, meglio, con medico reperibile. L’ha trovato a Bressanone, dopo l’insuccesso e la delusione incassati anche a Brunico.

Il tempo di curare Leonardo e osservarne la ripresa fisica e Annamaria Canepa torna sull’episodio. “Mi sembra impossibile che in un comprensorio così importante come l’Alta Badia fino a Brunico non ci sia un veterinario reperibile 24 su 24”, scrive in un messaggio al nostro giornale.

“Non so se l’Ordine può fare qualcosa ma è giusto che ne parliate”, scrive invece ai presidenti dell’Ordine dei medici veterinari nazionale Gaetano Penocchio e provinciale Franz Hintner.

E il dottor Hintner spiega ora: “Ci sono in provincia quattro strutture che garantiscono la reperibilità e il primo soccorso 24 ore su 24 anche nei festivi, tre sono a Bolzano e una appunto a Bressanone. Per il resto, la risposta alle chiamate fuori dall’orario normale di servizio è per così dire volontaria”.

In altre parole, nessun veterinario deve tener aperto lo studio dopo una certa ora o nei festivi. E probabilmente accade che pochi lo facciano. “Tanti colleghi sono stufi - ammette Hintner - perché è successo e succede spesso che chi si rivolge a loro per emergenze con cani o gatti alla fine di cure, trattamenti, magari operazioni non paga. Con i clienti tradizionali il rapporto di fiducia funziona, ma turisti o gente di passaggio che deve risolvere un’urgenza il più delle volte non hanno contanti o carte, addirittura lamentano di non aver soldi e si congedano con un grazie”.

L’Ordine ha chiesto alla Provincia di garantire una quota, un rimborso per la reperibilità notturna e festiva, “ma la Provincia - dice Hintner - ancora non ci ha risposto”.

Così si va avanti, con numeri di veterinari non alti (“In Badia sono un paio, con una piccola ulteriore struttura a La Valle”) e molti specialisti, osserva ancora Hintner, “che si occupano soprattutto di bestiame (mucche e animali simili, scriveva la signora bresciana, ndr)”. E con problemi che si acuiscono in certi orari e in certe giornate, ma che si ripetono poi sempre: “Ad esempio - chiude il presidente provinciale - ci sono gli animali vittime di incidenti stradali, soprattutto cani, che non hanno chip o per i quali non si rintraccia il proprietario. Li portano da noi i vigili del fuoco o i carabinieri e noi li curiamo”. Anche in questo caso gratis.

 













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