Climber e roccia: 150 anni di imprese sulle Tre Cime 

L’anniversario. Celebrate a Dobbiaco e a Sesto le conquiste di Grohmann e Innerkofler E sabato anche l’Alpenverein brinda al secolo e mezzo di vita e di attività ad alta quota


ezio danieli


Dobbiaco. Giorni di anniversari per le montagne, per alcune delle più celebri, e per le associazioni delle persone che le montagne le hanno frequentate e scalate.

Mentre si onora il giubileo dei 150 anni di storia alpinistica nella zona delle tre cime di lavaredo, l’alpenverein südtirol - avs celebra sabato il suo anniversario, anche in questo caso rappresentato dal numero 150: lo farà con una cerimonia prevista al Centro culturale Grand Hotel Dobbiaco. Fra i momenti ufficiali, sono attesi il discorso del segretario generale dell’Öav - Österreichischer Alpenverein Robert Renzler, la presentazione di un filmato di Thomas Hainz e la prima della Marcia dell’Alpenverein di Robert Schwärzer.

La celebrazione ufficiale inizierà alle 17 con il benvenuto da parte del presidente Georg Simeoni, i saluti del presidente provinciale Arno Kompatscher e del sindaco di Dobbiaco Guido Bocher, poi sono in scaletta l’intervento del presidente della sezione Alta Pusteria Paul Oberhammer e del presidente del Dav - Deutscher Alpenverein Josef Klenner e la conferenza di Robert Renzler, segretario generale dell’Öav.

Ma torniamo alle Tre Cime. Ancora a Dobbiaco, lo scorso 7 giugno, la storia alpinistica delle Tre Cime è stata rivissuta nella manifestazione che ha aperto il programma del giubileo e che ha ripescato ritratti di alpinisti e cronache di ascensioni a partire appunto dal 1869.

Poi, c’è stata la suggestione degli “Specchi di luce”. Così li hanno chiamati e, infatti, appositi specchi, sistemati sulle cime che sovrastano l’abitato di Sesto, hanno voluto festeggiare il 150esimo anniversario della prima scalata alla cima dei Tre Scarperi. Merito del soccorso alpino e di tante persone che hanno lavorato per issare gli specchi, che sono stati ammirati nel corso della festa tenutasi domenica grazie all’organizzazione dell’associazione turistica locale. Era il 19 agosto di 150 anni fa. Paul Grohmann, alpinista viennese e cofondatore del club alpino austriaco, Franz Innerkofler, guida alpina di Sesto, e Peter Salcher di Maria Luggau riuscirono nell’impresa: raggiunsero la vetta della Punta Tre Scarperi a 3.145 metri, il monte più alto delle Dolomiti di Sesto, per primi, Stimolata dal successo, la stessa cordata poche settimane dopo, il 21 agosto 1869, compì anche la prima ascensione della Cima Grande delle Lavaredo, 2.999 metri, che, come pare abbia affermato Paul Grohmann, non era interessante per l’altitudine bensì soprattutto per l’"audacia della sua conformazione".

Se fino a quel momento erano state soprattutto le Alpi occidentali a intrigare gli alpinisti, dopo queste due imprese l’élite mondiale dell’alpinismo spostò l’attenzione sulle Dolomiti. E con l’alpinismo arrivò a Sesto anche il turismo. Le guide locali furono richieste come non mai e i pochi alberghi si riempirono. Presto a giungere a Sesto non furono più solo gli scalatori, ma anche persone semplicemente attratte dalla bellezza delle montagne. A poco a poco, da paese di cappellai e tagliapietre Sesto si trasformò in una popolare destinazione turistica che, oggi, vanta un equilibrio tra estate e inverno.

In questo 2019, anno dell’anniversario, Sesto rivolge lo sguardo agli inizi, orgogliosa della sua storia. La bellezza delle montagne e le opportunità offerte dal paesaggio non hanno perso il loro fascino. E Sesto invita ospiti e abitanti del luogo a partecipare a un viaggio nel passato con un variegato programma di conferenze, proiezioni di film e avvincenti messe in scena. Con proposte che spaziano da installazioni artistiche in paese che rievocano le vecchie storie dei libri di vetta, alla messa in scena della Meridiana dei Monti di Sesto, con le vette di Cima Nove, Cima Dieci, Cima Undici, Cima Dodici e Cima Uno dove sono stati sistemati gli specchi che hanno conferito fascino alle montagne.















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