Massaggi «hot», sigilli al centro 

Al gestore, cinese 50enne, avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione



BRUNICO. L’attività di un centro aperto nei mesi scorsi a Brunico ha richiamato l’attenzione dei carabinieri della Compagnia del capoluogo pusterese, che l’altro ieri hanno posto i sigilli all’ingresso del locale. I militari, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Bolzano, stavano monitorando il centro massaggi che, dopo l’apertura lo scorso aprile, aveva visto, spiega una nota stampa dei carabinieri, “un significativo numero di clienti”. Dopo alcuni mesi di osservazione, i carabinieri di Brunico hanno iniziato accertamenti più approfonditi, “anche verificando alcuni clienti che avevano appena lasciato la struttura – si legge ancora nella nota stampa - per chiarire esattamente di quali prestazioni avessero potuto fruire”.

Sulla base di quanto verificato, i militari hanno proceduto chiedendo e ottenendo un decreto di perquisizione e sequestro, operazioni condotte nel pomeriggio di mercoledì scorso “a carico del gestore del locale, un cittadino cinese di cinquant’anni”. Nel corso dell’intervento, “sono state identificate anche alcune donne cinesi presenti all’interno del locale – continua il comunicato dei carabinieri – dove, secondo le preliminari attività di indagine, ai clienti sarebbero state proposte prestazioni a pagamento che andavano oltre il semplice massaggio e venivano talora pubblicizzate su siti internet” o con annunci su giornali. Per questo all’uomo è stato notificato un avviso di garanzia per l’ipotesi di reato di sfruttamento della prostituzione.

Una simile operazione era stata condotta dai carabinieri di Bressanone nell’ottobre scorso, quando era stato posto sotto sequestro un centro massaggi gestito da un cittadino cinese e aperto lungo via Dante. Anche allora, su disposizione della Procura di Bolzano, i militari avevano apposto i sigilli al locale e avevano denunciato l’uomo per sfruttamento della prostituzione. I militari, all’ingresso nella struttura, avevano "notato alcune massaggiatrici in abiti molto succinti”, veniva spiegato in un comunicato ed era stata “osservata la presenza di letti matrimoniali in alcune sale che dovevano essere deputate allo svolgimento di massaggi”. All’interno del locale i carabinieri avevano in quel caso identificato tre donne di origine cinese che “non erano in grado di produrre alcuna licenza o autorizzazione all’esercizio dell’attività”.













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