Pusteria, manca personale per i servizi agli anziani 

Lo studio. Nel 2030 un residente su tre sarà over 60 e aumentano le persone aiutate a domicilio Due i problemi da affrontare: le risorse finanziarie limitate e la carenza di operatori qualificati 


Marco Pellizzari


Val pusteria. Nel 2030 un pusterese su tre avrà più di sessant’anni e per ogni bambino da zero a 14 anni ci saranno due persone ultrasessantenni.

Il dato emerge da uno studio commissionato dalla Comunità comprensoriale Valle Pusteria e presentato di recente dal presidente Roland Griessmair e dal direttore dei servizi sociali Gebhard Mair in un incontro che ha visto la presenza dell’assessora provinciale competente per il settore Waltraud Deeg.

L’invecchiamento della società procede inarrestabile e, se l’evidenza di questo mutamento epocale non si coglie certamente solo oggi, è altrettanto chiaro che è necessario farvi fronte per tempo, organizzando e predisponendo le risposte opportune, soprattutto a livello di strutture e personale qualificato, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, un servizio sempre più richiesto e indispensabile in aiuto alla terza età.

I problemi da affrontare sono sostanzialmente due, secondo lo studio realizzato dalle ricercatrici Ingrid Spitaler e Ulrike Egger: le risorse finanziarie limitate e la carenza di personale qualificato.

Il numero delle persone assistite in Val Pusteria aumenta costantemente ed è passato dalle 720 del 2010 alle 900 del 2018, un incremento decisamente significativo, pari al 25%. In rapporto, il personale è aumentato assai poco ed è oggi costituito da una squadra di 64 operatrici, una ogni 14 assistiti. Occorre peraltro considerare che due terzi delle assistenti lavorano a tempo parziale per esigenze familiari e quasi la metà ha più di cinquant’anni. Il numero delle ore prestate annualmente è di circa 110.000.

L’aumento del carico di lavoro, soprattutto a fronte del numero crescente di persone bisognose di auto e assistenza (si consideri che si tratta di persone che vivono da sole), è emerso come un dato e conseguentemente come un tema da considerare per evitare che diventi un’emergenza anche dalle interviste condotte dalle due ricercatrici fra il personale dell’assistenza domiciliare.

Fra le richieste del personale vi sono anche un maggior numero di offerte di aggiornamento professionale e di supervisione, nonché richieste di miglioramenti retributivi, anche quale riconoscimento dell’impegnativo lavoro svolto. E proprio per la loro opera le assistenti sono state ringraziate dall’assessora Waltraud Deeg, che ha espresso anche il desiderio di passare una giornata accompagnandole nel loro lavoro.

Il presidente Griessmair e il direttore Mair hanno fatto presente che con le risorse attuali sarà difficile garantire in futuro la qualità del servizio, visto che il numero delle persone bisognose di assistenza è destinato inevitabilmente a crescere. Vanno fatte dunque delle scelte a livello politico, nella consapevolezza della necessità di un maggiore impegno finanziario. Vanno inoltre cercate a livello comunale forme d’assistenza integrativa o alternativa a quelle dei servizi sociali. Nelle prossime settimane lo studio sull’assistenza domiciliare in Val Pusteria sarà disponibile anche in lingua italiana e ladina presso la sede dei servizi sociali in via Dante a Brunico.













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