«Tutela per Sassolungo e Sella» 

Mountain Wilderness insiste per l’inclusione dei massicci nel patrimonio Unesco



DOLOMITI. Alcune montagne dolomitiche erano rimaste escluse dal disegno di salvaguardia firmato dall’Unesco. Fra queste i gruppi del Sassolungo e del Sella. La loro inclusione nel marchio di patrimonio naturale con la griffe dell’Unesco sembra ora possibile sulla scorta di pressioni anche politiche. “L’esclusione non è stata casuale – ha ripetuto Mountain Wilderness – poiché interessi di carattere privatistico e disegni di sfruttamento sono stati ritenuti più importanti del valore ideale rappresentato da queste straordinarie vette dolomitiche”. Mountain Wilderness ha chiesto più volte che venga posto riparo a quello che l’associazione ritiene un errore. L’estate scorsa erano arrivate anche le parole espresse da Giorgio Napolitano in un messaggio nel quale si era detto a favore «della valorizzazione dello straordinario patrimonio paesaggistico delle Dolomiti, con l’impegno per la costruzione dell’Europa unita».

Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso ed appare abbastanza complesso dal punto di vista burocratico: bisogna variare il piano paesaggistico dei Comuni in modo tale da ampliare il parco naturale dello Sciliar. Ortisei e Santa Cristina sarebbero d’accordo, Selva ancora no. Una volta ampliato il parco, l’inserimento del Sassolungo potrà iniziare l’iter che prevede un nuovo passaggio a Parigi, all’Unesco. Per il Sella le cose sarebbero ancora più complesse, poiché non vi è la contestuale presenza di un parco.

Ci sono state aperture e la disponibilità della Procuradora del Comun general de Fascia e dei sindaci di Canazei e Campitello. Tutti hanno concordato che il Sassolungo e il Sasso Piatto dovrebbero fare parte delle Dolomiti Unesco. Come del resto anche il gruppo di Sella, sostanzialmente per le stesse motivazioni del Sassolungo: al momento non è area protetta – e l’Unesco chiede esplicitamente la presenza di un sistema di gestione che assicuri in modo permanente la conservazione del territorio e della biodiversità – ed è un po’ troppo antropizzato.(e.d.)













Altre notizie

Il caso

Chico Forti, si avvicina il rientro in Italia: ha lasciato il carcere di Miami: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
L'ANNUNCIO Giorgia Meloni: "Chico Forti torna in Italia"

Attualità