la vicenda

Quando Claudio Campiti scriveva a Kompatscher: «Mai più morti sulla slitta»

Il killer di Roma e la sua vita sconvolta dopo la perdita del figlio 14enne su una pista a Sesto Pusteria nel 2012 (nella foto, Romano Campiti)



BOLZANO. La disgrazia, sicuramente una di quelle che segnano in maniera indelebile la vita di una famiglia tutta e di una coppia di genitori in particolare.

Romano Campiti, un ragazzino romano di appena 14 anni, che stava trascorrendo una settimana bianca di vacanza in Cadore, è morto il 1° marzo 2012 vittima di un incidente con la slitta sulla pista della Croda Rossa di Sesto Pusteria. Il ragazzino, che guidava da solo una normale slitta, aveva affrontato con un gruppo di amici e sotto l'assistenza del maestro di sci che lo conduceva, per la seconda volta la discesa dalla sommità della Croda Rossa di Sesto Pusteria fino alla stazione a valle degli impianti di risalita. La seconda discesa risultò purtroppo fatale al ragazzino che, perso il controllo della slitta, finì di schianto contro un albero per morire poi durante il pur rapido intervento dei soccorsi.

Per quella morte furono condannati l'amministratore della

società che gestiva la pista da slittino, il direttore della sicurezza e il maestro di sci. Il padre, Claudio Campiti, dopo la morte del figlio aveva aperto un blog e aveva cominciato una campagna personale contro i pericoli degli impianti di slittino.

Insieme alla madre Rossella, aveva dedicato la propria vita da una parte alla richiesta di giustizia e dall'altra all'emanazione di una normativa ad hoc per regolamentare la materia e ad evitare, in futuro, il ripetersi di tali incidenti.

Una lotta che Claudio Campiti aveva portato avanti cercando di interessare e coinvolgere sul tema tutti gli ambienti e le personalità che hanno voce in capitolo sull'argomento e che nel secondo anniversario della scomparsa del suo Romano, lo aveva portato a scrivere anche al neo presidente della Giunta provinciale altoatesina Arno Kompatscher: «A due anni esatti dalla morte di mio figlio Romano - sono le parole di Claudio Campiti - scrivo a Lei per sollecitare una regolamentazione provinciale relativa alla sicurezza delle piste di slittino che attualmente è lasciata al buon senso dei gestori. Mio figlio Romano di 14 anni è morto sulla Croda Rossa di slittino, larga pochissimi metri e con alberi di alto fusto, non protetti, praticamente a bordo pista. Proprio su uno di essi mio figlio ha perso la vita e credo che queste poche righe possano bastare, se Lei è sensibile alla gravità del problema, per intervenire in merito».













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