criminalità

Riecco le truffe telefoniche: ancora anziani nel mirino

Sedicenti medici o avvocati chiedono denaro e gioielli alle loro vittime La tecnica è quella collaudata del falso incidente o della falsa malattia di un congiunto



BOLZANO. Sono tornati. O forse non se n’erano mai andati, continuando a colpire sempre i più deboli. Stiamo parlando dei farabutti che telefonano nelle case delle persone, soprattutto anziane, annunciano disgrazie e incidenti a danno di parenti (mai accaduti, in realtà) e, dopo aver mandato in confusione le loro vittime, cercano di farsi consegnare denaro e gioielli. Due gli episodi avvenuti nei giorni scorsi e segnalati alla nostra redazione.

In entrambi i casi stupisce come i malviventi riescano a carpire alle persone prese di mira elementi importanti, così da rendere più credibili le loro fandonie. In un caso, poco prima di ricevere la telefonata dei truffatori, la signora presa di mira aveva cercato invano Marta, che si occupa delle pulizie di casa. “Magicamente”, poco dopo, la signora ha ricevuto la chiamata di una sedicente dottoressa Maria Grazia, la quale la informava che Marta (è certo che sia riuscita a carpirne il nome senza che la vittima nemmeno se ne sia accorta) versava in condizioni gravissime in ospedale a causa di un aggressivo tumore allo stomaco. «Possibile? Ho visto Marta pochi giorni fa e aveva solo un raffreddore». Un dubbio a cui la “dottoressa” risponde senza esitazioni: Marta sta morendo e, per salvarla, servono costosissimi medicinali che è possibile acquistare solo in Svizzera. «Abbiamo bisogno di soldi». A quel punto, alla parola “soldi”, nella testa della signora presa di mira s’è accesa una lampadina e, resasi conto che si trattava di una truffa, ha subito riattaccato. Pericolo scampato.

Nel secondo caso, alla vittima - anche in questa occasione si è trattato di un’anziana signora, raggiunta sul telefono fisso – è stato comunicato che il nipote, chiamato con nome si battesimo, aveva avuto un grave incidente, che era ferito, ma non era in pericolo di vita, ma che aveva torto e servivano molti soldi per tirarlo fuori dai guai. Era poi intervenuto un sedicente avvocato Bianchi, che aveva chiesto alla poveretta se aveva denaro o gioielli in casa. Capito che la donna non aveva disponibilità né dell’uno né degli altri, l’avvocato ha chiesto se fossero presenti quadri di valore. E quelli c’erano. Ma serviva una stima.

E “galeotta” fu la telefonata fatta con il cellulare ad un esperto d’arte di fiducia il quale, ascoltata la storia della donna e capito che qualcosa non andava, si è subito fatto passare l’avvocato Bianchi per chiedere chiarimenti. E il “legale” ha immediatamente riattaccato. L’azione dei furfanti è sistematica: le chiamate vengono fatte “a tappeto”, aumentando così le probabilità di “agganciare” la persona giusta. Tenete alta la guardia, cercate di mantenere la lucidità e non cadete nei tranelli di questi delinquenti perché nessuno può chiedervi di consegnargli soldi o gioielli. Non c’è alcun motivo che possa giustificare questa richiesta. E chiamate subito il 112.
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