le indagini

Tragedia di Celledizzo, identificato il proiettile che ha ucciso Max

Si tratta di un calibro 270, compatibile con il fucile del cacciatore che si è poi suicidato ma molto diffuso: è infatti utilizzato da una ventina di fucili che risultano regolarmente denunciati da cacciatori della zona
 



TRENTO. Il proiettile che ha ucciso a Celledizzo, in val di Peio, il cacciatore trentino di 24 anni Massimiliano Lucietti è un calibro 270, compatibile con la carabina Winchester di Maurizio Gionta, il cacciatore di 59 anni che trovato il corpo senza vita di Max e che 24 ore dopo si è tolto la vita.

Lo hanno stabilito i carabinieri del Ris di Parma, incaricati dell'analisi balistica nell'ambito dell'inchiesta volta a capire cosa è accaduto lo scorso lunedì 31 ottobre nei boschi sopra Celledizzo, in Trentino.

Il proiettile, molto diffuso tra i cacciatori, è compatibile con una ventina di fucili che risultano regolarmente denunciati da cacciatori della zona.

I carabinieri del Ris dovranno ora capire se il proiettile è stato sparato dalla carabina di Gionta, attraverso la caratteristica impronta lasciata dai fucili sui colpi esplosi.

Proseguono intanto le verifiche dei carabinieri di Cles sulle persone ritenute informate sui fatti, tra cui alcuni cacciatori che lunedì mattina si trovavano nei boschi della zona. La Procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.

Oggi e domani saranno le giornate dell'addio ai due cacciatori morti da parte di una comunità sotto shock per quanto accaduto. Oggi (5 novembre) a Peio la comunità si è stretta per l'ultimo saluto a Maurizio Gionta, domani al campo sportivo il funerale di Massimiliano Lucietti.













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