Il caso

Trenta milioni di euro per ricreare le Maldive (con le palme) in val Passiria 

Presentato il Quellenhof, un hotel faraonico con lago artificiale e le palme a 600 metri. Il patron Heinrich Dorfer: «Ho voluto trasformare la vacanza in quota in un sogno tropicale»


Angelo Carrillo


BOLZANO. Non poteva esserci momento peggiore, tra crisi energetica dovuta al conflitto in Ucraina e innalzamento delle temperature causate dal cambiamento climatico, per presentare il nuovo faraonico albergo realizzato dalla famiglia Dorfer in Val Passiria. L’idea di “trasformare la vacanza in quota, in un sogno tropicale” è costata al patron del Quellenhof Heinrich Dorfer dai “20 ai 30 milioni di euro” come egli stesso ha spiegato nel corso della presentazione stampa del nuovo Quellenhof See Lodge, a San Martino in Passiria. Una piccola Maiorca nel cuore di una delle valli più tradizionaliste dell’Alto Adige dove è stato riprodotto, grazie a un laghetto artificiale dotato di palme e vegetazione tropicale, il ricordo “di paradisi lontani”, compreso un ristorante “underwater” ossia subacqueo.

Un resort di lusso riservato solo alle coppie e agli adulti – i bambini e i ragazzi sotto i 14 anni non sono ammessi - con diverse soluzioni per gli ospiti, per un programma all’insegna del “Balance Living” che promette “un comfort abitativo di classe completato con i dettagli di un design studiato in ogni particolare”.

La struttura vanta quattro “ville extra lusso” realizzate in mezzo al lago artificiale con terrazza, piscina privata con idromassaggio, sauna finlandese, lettini relax e un’amaca sospesa sull’acqua. Ventisei le suite di cui cinque con accesso diretto al lago, due ristoranti e quello immerso nell’acqua con ottocento metri quadrati di spa e 4.500 di lago balneabile riservato ai soli ospiti.

Indubbiamente un “sogno tropicale” a 600 metri di altitudine, che, nonostante le roventi polemiche anche all’interno dell’associazione degli albergatori per un progetto che si discosta dalle nuove linee guida di un turismo più sostenibile, ha già colpito nel segno, col tutto esaurito.

Le “Maldive” in val Passiria sembrano infatti pensate proprio per quella clientela impaurita dalle tensioni internazionali e dalla paura dei contagi Covid che rinuncia ai viaggi in aereo e preferisce trovarsi un angolo “di mare” a qualche ora di automobile da casa. Specie dalla Germania.

Una accusa di scarsa attenzione ai temi dell’ambiente, oltre che legata a un immaginario ormai invecchiato, che il patron del Quellenhof cerca di rintuzzare spiegando che l’acqua per il laghetto proviene da fonti rinnovabili e i consumi energetici sono coperti dall’autoproduzione.

Heinrich Dorfer d’altro canto non è nuovo a iniziative provocatorie, come quando realizzò pagandolo di tasca propria un sottopasso della strada provinciale sotto il suo albergo di oltre 100 stanze. Tra i più grandi attrezzati e labirintici dell’Alto Adige.

“Il valore aggiunto del progetto è quello di avere ricreato un ambiente particolare, con palme e una vegetazione rigogliosa, da proporre per una vacanza in montagna, in un contesto mare. Trovo questa proposta un binomio vincente. La scelta architettonica della struttura rappresenta un plus personale in quanto nel corso degli anni ho viaggiato molto e ho raccolto tutte le curiosità trasformandole ora in un contesto che mi appartiene e da condividere con chi ama il bello e il lusso, oltre all’esclusività». Una visione coerente con il personaggio anche se poco in linea, forse, con i tempi correnti e una nuova idea di turismo, anche nell’immagine di turismo su cui si vorrebbe avviare l’Alto Adige.













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