Con RicaricArt lo spettacolo sono i giovani 

Il festival. Puccini gremito per la serata che ha portato sulla scena una cinquantina di ragazzi alternando musica, poesia e danza Show aperto da Marco Zelda, il rapper napoletano-bolzanino


Jimmy Milanese


MERANO. È stato un successo di pubblico, l'undicesimo appuntamento con RicaricArt: rassegna di musica e ballo organizzata dai centri giovani Tilt e Strike up di Merano. Grande festa al teatro Puccini, venerdì sera, con oltre cinquanta ragazzi sul palco accompagnati dalla loro voglia di dire qualcosa in musica, versi o ballando.

Una festa non solo meranese, perché a inaugurare la serata è arrivato Marco Zelda, rapper napoletano, ormai naturalizzato bolzanino. Tantissimi i giovani giunti da tutta la provincia, molti anche direttamente dal festival studentesco bolzanino, appena concluso.

Insomma, una festa di musica, con il giovanissimo Vincenzo Bruno che ha cantato “Ci vorrebbe il mare”, per poi fare letteralmente esplodere il pubblico con una versione convincente di “Potremmo ritornare” di Tiziano Ferro, accompagnato dalla chitarra di Felicia Boggian. Apprezzatissimo anche Maru con la sua Loop Station, oppure le ballerine Hip Hop “Noemi e Laura”. Da non dimenticare la affascinante presentatrice Greta Curti che si è esibita in un emozionante versione di “Oggi sono io” del cantautore Alex Britti, sfilando tra le due ali del pubblico meranese per poi salire sul palco.

Insomma, un festival dei ragazzi che nel tempo libero decidono di frequentare i centri giovani e che l’altra sera al Puccini hanno letteralmente buttato fuori tutto quello che magari si sarebbero tenuti dentro per sempre, anche solo interpretando una canzone scritta da altri.

RicaricArt, appunto, un festival che partiva nel 2009 e prendeva il nome dal connubio dei termini “Ricarica” e “Arte”, perché quelli erano ancora i tempi nei quali per ricaricare il cellulare ci voleva una ricarica. Nessuna competizione, spettacolo nello spettacolo, la voglia di esibirsi mischiato all'imbarazzo dei ragazzi, e il desiderio di dire agli adulti, molti presenti in sala, “io ci sono” che poi significa “io voglio esistere”.













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