Cultura a domicilio per chi ha difficoltà a muoversi da casa 

Quattro esperti Upad nei salotti privati per incontri ristretti L’iniziativa incentiva anche la socializzazione tra condòmini



MERANO. La cultura entra nelle case dei meranesi. E non attraverso libri o dischi, ma proprio “in persona”, per aiutare chi abbia difficoltà a raggiungere le sedi delle svariate conferenze organizzate dall’Upad o chi semplicemente voglia prestare qualche sedia o un divano a un salotto culturale di condominio, o di quartiere. Con l’iniziativa “Porta a casa la cultura!” Fondazione Upad propone alla città una sperimentazione per ora unica nel panorama altoatesino: portare nelle case private un esperto che tenga una vera e propria conferenza di fronte a un pubblico ristretto. Magari di fronte a una tazza di té o a un aperitivo, per favorire la convivialità e ritrovarsi tra amici o vicini di casa attorno a un piccolo focolare di cultura.

Il progetto, curato dal Senatus Upad, ha la doppia finalità di raggiungere un pubblico anziano e poco disposto a raggiungere le sedi delle conferenze (il Centro per la cultura di via Cavour, per esempio) e di incoraggiare la creazione di legami tra gli abitanti di uno stesso condominio o di uno stesso quartiere. «L’iniziativa prende le mosse da una conferenza tenuta l’anno scorso da Christian Wenter, primario di geriatria al Tappeiner, durante la quale si è parlato dell’importanza di allenare la mente anche in relazione alla salute corporea e all’autonomia della persona. I nostri incontri sono frequentati assiduamente da uno “zoccolo duro” di ascoltatori, ma è difficile raggiungere chi non ha modo di spostarsi. Così abbiamo trovato la disponibilità di quattro nostri docenti a fare da relatori di fronte a un pubblico ristretto, in case private», ha spiegato ieri Mauro Cereghini, responsabile dell’Upad di Merano, nel corso di una conferenza stampa organizzata nel soggiorno di Giancarlo Ragno, presidente del Senatus Upad. L’iniziativa ha il sostegno dell’assessore comunale alla cultura Andrea Rossi e del primario Wenter.

Ma come funziona? Innanzitutto, si trovano almeno cinque, sette amici o conoscenti e si sceglie un tema tra quelli proposti dai quattro docenti Upad. I relatori già disponibili per questa primavera sono il musicologo Stephan Kofler (“La musica da salotto”), l’esperta d’arte Silvia Maurelli (“La stanza dell’arte”), il laureato in filosofia Matteo Antonin (“Filosofia del giroscale”) e la mediatrice interculturale Cecilia Muñoz (“Il mondo in cucina”). Dopodiché basta mettere a disposizione un salotto, una terrazza o un giardino, e al resto (compreso l’impianto audio nel caso serva per l’incontro) ci pensa l’Upad. «“Porta a casa la cultura” è il titolo del progetto, ma anche un invito molto concreto per affrontare la solitudine crescente nelle nostre case, per spegnere la televisione e aprirsi alla relazione con gli altri. Anche questo è promuovere educazione permanente e benessere nella comunità», conclude Cereghini.

Si tratta di una sperimentazione: i primi quattro incontri saranno gratuiti, mentre per quelli successivi si potrà concordare con l’Upad una forma di pagamento (che può pure essere una colletta tra i “simposiasti”), in modo da coprire una parte dei costi, a meno che la risposta all’iniziativa non sia tanto importante da indurre l’Upad a rendere stabile il progetto e a cercare quindi forme di cofinanziamento o di sponsorizzazione. Per maggiori informazioni: upadmerano@upad .it o 0473 230699. (s.m.)













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