Da Mosca la spallata al sociale 3,5 milioni per lo Zarenbrunn 

Il complesso di via Schaffer. Niente più alloggi protetti: direttamente dalla Russia arriva un massiccio investimento che le associazioni useranno per mantenere villa Petersburg e villa Katharina in cambio di una concessione trentennale


Sara Martinello


Merano. Con la garanzia di un fondo da 3,5 milioni di euro proveniente dal Comune di Mosca, l’assessore provinciale all’edilizia pubblica e al patrimonio Massimo Bessone sfila lo Zarenbrunn alla destinazione che Comune e assessorato provinciale al sociale originariamente avevano immaginato per i due edifici che costituiscono il complesso, villa Borodina e villa Katharina. In cambio, per la comunità russa, una concessione trentennale per le associazioni che grazie al contributo moscovita si accolleranno le spese di restauro e manutenzione.

Il poderoso investimento promesso da Mosca – e qui ci si chiede se cifre analoghe siano donate a tutte le comunità russe sparse per il mondo – dà la spallata finale alla destinazione sociale di villa Katharina. Perché se le associazioni Borodina, Rus’ e Parrocchie ortodosse già occupano il pianoterra e due locali al primo piano del Petersburg, più comunemente chiamato villa Borodina, su villa Katharina si sono concentrate negli anni le attenzioni di chi invece avrebbe voluto farne un posto dove permettere agli ultimi della società di godere di una forma di tutela.

Dapprima sede di alloggi protetti del Comune, l’edificio rossastro accanto al Petersburg è stato al centro di una bufera poco meno di tre anni fa, quando l’allora assessora provinciale Martha Stocker aveva annunciato l’intenzione di realizzarci alloggi protetti per 25 migranti minorenni non accompagnati. Fra i malumori dei residenti della zona, la presidente del centro russo Bianca Marabini Zöggeler si era opposta subito all’idea e in suo aiuto era giunto l’ex governatore Durnwalder, da sempre attore delle relazioni fra Mosca e Bolzano, con una lettera in cui si definiva “oltraggiosa” la decisione e si dichiarava che se ne sarebbero portate a conoscenza anche le autorità russe.

Sulla stessa linea, oggi, il commento di Bessone: «Giusto occuparsi di persone più sfortunate, ma c’è un giusto contesto per ogni cosa, e il complesso Zarenbrunn, a mio parere, dev’essere destinato a chi saprà ristrutturarlo, valorizzarlo e mantenerlo, a costo zero per la Provincia. La città di Mosca ci ha presentato un progetto atto a valorizzare non solo il patrimonio provinciale, che nel caso in questione è di pregio storico, ma anche a rafforzare l’economia. Il complesso darà vita a numerose attività culturali, dall’istruzione complementare della lingua russa a concerti e proiezioni cinematografiche, dalla scuola di scacchi alla biblioteca, e si presterà a diventare un’importante piattaforma per gli imprenditori locali e per il confronto tra i rappresentanti della Camera di commercio altoatesina e quelli della città russa. Non si può fare del sociale se non esiste l’economia».













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