Gymme, la moda sostenibile in un flashmob “infelice”

Merano. Una coincidenza infelice, quella che ieri ha sottratto alla commemorazione dei caduti civili del 30 aprile 1945 un folto gruppo di giovani meranesi. Mentre un gruppo di alunni dell’istituto...



Merano. Una coincidenza infelice, quella che ieri ha sottratto alla commemorazione dei caduti civili del 30 aprile 1945 un folto gruppo di giovani meranesi. Mentre un gruppo di alunni dell’istituto superiore di lingua italiana Gandhi ha partecipato alla cerimonia in piazza Teatro, a meno di 200 metri, ieri, alla stessa ora gli studenti del liceo delle scienze sociali di lingua tedesca Gymme mettevano in scena un flash mob per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della moda sostenibile, contro lo spreco delle risorse e il consumismo e per l’incentivazione del riuso, dello scambio e del riciclo degli indumenti usati. L’evento si ripete da diverso tempo intorno al 24 aprile: accadde in quella data, nel 2013, il crollo del Rana Plaza, edificio di Dacca che ospitava la produzione tessile di alcuni marchi di fast fashion. «Diverse date sono state escluse per via del ponte pasquale e del primo maggio – fa sapere Brigitte Gritsch, coordinatrice delle Botteghe del mondo –. La data di ieri è stata scelta in accordo con gli insegnanti del Gymme, e già a gennaio o a febbraio il sindaco stesso ci ha dato il permesso». Possibile che a Rösch nessuno abbia segnalato che tra la montagna di permessi da firmare ce ne fosse uno che avrebbe coinvolto un nutrito gruppo di studenti proprio il giorno in cui a Merano tradizionalmente si commemora l’eccidio del 30 aprile e si festeggia la Liberazione dal nazifascismo. Insomma, le responsabilità sono equamente ripartite tra più attori. A svantaggio degli studenti del Gymme, pure se l’azione a favore di una moda sostenibile è un modo prezioso per costruire un mondo migliore.













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antonella mattioli

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