I novant’anni di don Josef Hurton, il «prete delle cime» 

Gioventù cosmopolita, a lungo a capo del soccorso alpino Il 2 aprile tutta Solda sarà in festa per il suo storico parroco 



SOLDA. Don Josef Hurton compie 90 anni. Il 2 aprile con una Messa nella chiesa di Solda, dove è stato parroco per tanti anni e dove ha fondato la sezione del corpo di soccorso alpino, si terrà oltre alla cerimonia religiosa, che avrà inizio alle 10.30, una grande festa che si terrà nella Weinstube Hartmann.

Per don Hurton, che continua a celebrare la messa a Solda, un meritato abbraccio. Oltre che un doveroso ringraziamento. Ha fondato fra l'altro la scuola per cani da valanga, ma soprattutto per oltre vent'anni è stato il direttore del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Cai (il Cnsas): un autentico pioniere del soccorso in montagna.

Lasciata la Cecoslovacchia comunista negli anni ’50, don Josef ha trovato a Solda una seconda patria e vi ha messo le radici. Il consiglio comunale di Stelvio quale segno di riconoscimento gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

Don Hurton è nato il 25 marzo 1928 a Macov-Bratislava in Slovacchia. È un cosmopolita: ha frequentato le scuole elementari in Austria, le medie in Ungheria, il ginnasio-liceo a Trnava (Slovacchia), l'Università Lateranense a Roma, per studiare poi scienze orientali alla Gregoriana di Roma, lingue e letterature straniere a Padova e arte orientale a Bologna.

In Alto Adige è stato cappellano a San Leonardo in Val Badia e a Sesto in Val Pusteria. Dal 1960 al 1999 è stato parroco di Solda, data in cui è andato in pensione, rimanendo però al fianco del parroco. «Negli anni ’50- è solito raccontare - mi trovavo a Roma per studi. E il mio primo viaggio in Alto Adige avvenne nel 1956. Vi era un accordo tra il Vaticano ed il vescovo di allora Gargitter, dato che non potevamo tornare in patria. Lui ci avrebbe preso e inserito nella sua diocesi. Eravamo in trenta circa. Il mio gruppo era formato da cinque sacerdoti. A me è stato chiesto se avessi voluto andare in questi seminari regionali; non accettai perché volevo diventare un “parroco del popolo”».

«Intorno al marzo del 1960 - continua don Josef - mi trovavo a Roma, ma, dopo la morte del parroco Gottfried Leiter finito sotto una valanga, il vescovo Gargitter mi scrisse una lettera dicendomi che ad un mese della scomparsa del parroco, nessuno aveva avanzato domanda per andare sin lassù. Mi invitò, prima della nomina, a salire sino a Solda per vedere il posto - giusto per non rimanere deluso poi - ma accettai subito. Prima, però, ho avuto il tempo di effettuare un viaggio di circa un mese con la mia motocicletta in Spagna, Marocco, Portogallo, Francia, Lourdes e a Fatima e, attraverso la Svizzera, ho poi fatto rientro un giorno prima di essere assegnato a Solda».

Era il 2 agosto del 1960. «Portavo - ricorda ancora don Hurton - una barba folta e lunga come era consuetudine in Russia. Non erano poche le persone che vedendomi mormoravano frasi quali “che brutto prete ci hanno mandato”». Il giorno dopo, a barba completamente rasata, le opinioni cambiarono. I parrocchiani organizzarono una festa e una processione: «Mi trovai cosi a dover sostituire il parroco Gottfried Leiter scomparso sotto una valanga».

Il tragico evento mise in moto l'iniziativa per istituire a Solda una scuola per cani da valanga «che nel 1970 divenne una realtà. Direttore della scuola era Fritz Reinstadler, mentre io curavo l'aspetto organizzativo e burocratico: a quell'epoca avevo già 5 cani da valanga. Lavoravamo fianco a fianco con i volontari del soccorso alpino finché nel 1970 ne divenni direttore. E a farci conoscere le insidie della montagna c'era anche Reinhold Messner. Non dimentichiamo poi, la collaborazione del generale Aldo Daz, capo di stato maggiore del IV Corpo d'Armata di Bolzano a cui va la nostra gratitudine per la disponibilità piena dei suoi elicotteri».

Nel 1999 è arrivato il momento delle pensione: «Sono andato in pensione ma per desiderio dell'allora vescovo Wilhelm Egger sono rimasto in valle al fianco del mio successore, uomo di grande fede e buon predicatore».

Fra i capitoli di questa affascinante storia ci sono anche libri, filmati, riconoscimenti per l'attività di soccorso alpino. E Non va dimenticato l’impegno nella costruzione, a Solda, della casa della montagna.(e.d.)













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