Il Club Alpino riparte dai paesaggi aspri dell’Alta Venosta

Merano. A gennaio la sezione meranese del Club Alpino era pronta a cominciare l’anno col consueto entusiasmo: più di cento gli appuntamenti che aveva messo nel proprio calendario, tra tra...



Merano. A gennaio la sezione meranese del Club Alpino era pronta a cominciare l’anno col consueto entusiasmo: più di cento gli appuntamenti che aveva messo nel proprio calendario, tra tra escursionismo, arrampicate, gite seniores, gite culturali, serate e attività del gruppo giovanile. Purtroppo l’emergenza coronavirus ne ha imposto la sospensione. Dopo mesi di attesa, però, è arrivato il momento di rimettere gli scarponi ai piedi, a cominciare con l’escursione sull’altipiano di Plamort che oggi vede impegnato il gruppo dei seniores. Direttivo e commissioni hanno messo mano al programma, riorganizzando le proposte, per una ripartenza costruita con la massima attenzione, partendo dalle linee guida della sede centrale e tenendo in considerazione le ordinanze provinciali.

Parallela è ripartita anche l’attività di manutenzione dei sentieri per offrire a tutti la sicurezza necessaria. Il Club alpino italiano ha adottato criteri di prudenza e gradualità: escursioni leggere, spostamenti contenuti, mascherine durante le soste. La principale novità riguarda il numero dei partecipanti, che sarà limitato a 10. Alle escursioni potranno partecipare i soli soci in regola con il tesseramento dell’anno in corso, e l’iscrizione dovrà avvenire telefonicamente nei giorni indicati dagli organizzatori. Sarà permesso l’accesso in sede solo tramite prenotazione. Ciascun partecipante dovrà avere con sé l’autocertificazione e tutti dovranno attenersi alle regole che ormai da mesi sono diventate consuetudine.

Il prossimo appuntamento è previsto per domenica 5 luglio, con l’escursione al rifugio Sesvenna. Partendo dal pittoresco paesino di Slingia si arriverà all’imbocco della selvaggia gola di Uina, un profondo orrido le cui pareti sono attraversate da un impressionante sentiero scavato nella roccia. Quattro ore di cammino, 900 metri di dislivello. Un’occasione per crescere e per apprezzare ancora di più, dopo il periodo di fermo, l’andar per i monti e il condividere l’amore per la montagna e la sua cultura.













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