VALANGHE

Il giorno dopo la tragedia della Venosta il pericolo valanghe resta alto

Gajer (Soccorso alpino) parla di quanto accaduto a Malga San Valentino: «L’imprudenza altrui mette a rischio le vite dei nostri». Anche oggi, in provincia di Bolzano, il pericolo valanghe è marcato 3

LA TRAGEDIA



CURON VENOSTA. «Chi si mette in movimento in montagna in condizioni proibitive come quelle che hanno provocato la tragedia deve rendersi conto di mettere a rischio altre vite oltre alla loro». Quelle dei soccorritori. A parlare è Giorgio Gajer, presidente del Cnsas, il Soccorso alpino e speleologico dell’Alto Adige. Il dramma ferisce per primi anche coloro che sono coinvolti nelle operazioni di salvataggio. Ma al di là delle lacrime ci sono le considerazioni.

«Mi hanno parlato di raffiche che superavano abbondantemente i 100 chilometri orari. Inoltre c’era neve fresca (fino a un metro in zona, ndr) non assestata. È stata commessa un’imprudenza evidente. I soccorritori hanno agito con enorme pressione addosso perché i rischi erano enormi. Pure le comunicazioni erano difficilissime. I miei uomini, è bene ricordarlo, sono volontari che si mettono a disposizione per aiutare. A casa hanno famiglia e un lavoro. Eppure rischiano la vita. Insomma: bisogna che chi frequenta la montagna capisca dove sta il limite da non oltrepassare. È doveroso saper rinunciare».

Ancora massima attenzione

Sul fronte valanghe, le condizioni di ieri, 3 gennaio, giornata della tragedia in Val Venosta, sono le medesime previste per oggi, 4 gennaio. 

«Il pericolo valanghe aumenta a causa della neve fresca e del forte vento ed è quindi MARCATO GRADO 3 su tutto il territorio provinciale. La situazione è particolarmente critica sulla Cresta di Confine, specialmente tra il passo Resia e il Brennero, dove nel corso della giornata il pericolo valanghe può localmente aumentare a FORTE, GRADO 4. Qui specie nei pendii sottovento possono verificarsi valanghe spontanee, con potenziale coinvolgimento di infrastrutture esposte. Però anche nel resto del territorio la situazione non va sottovalutata. Specialmente la neve ventata, ma sui pendii ripidi anche la neve fresca legatasi con il manto sottostante, possono distaccarsi già con debole sovraccarico. Con l'aumento della quota, aumentano anche le zone a rischio e la loro fragilità. Le valanghe possono coinvolgere il manto fino alla base debole e raggiungere così dimensioni pericolose. Per escursionisti le condizioni non sono favorevoli, complice anche la scarsa visibilità che rende difficile una corretta valutazione delle zone di pericolo», questo quanto si legge nel bollettino della Provincia di Bolzano. 

 

 













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