Il Maiense passa da relitto a scuola hi-tech in 7 mesi 

L’ex convitto di Maia Alta ospita le medie tedesche: ieri mattina le porte aperte Tablet, schermi piatti e aule speciali per 220 alunni divisi tra quattro sezioni


di Sara Martinello


MERANO. Il Maiense riapre le porte, non più come il convitto femminile anni ‘70 di un tempo, ma come scuola media in lingua tedesca dotata degli standard più moderni. Aule speciali, schermi da 75 pollici, sedie ergonomiche, sessanta tablet per 220 alunni e circa 40 persone tra corpo docente e personale tecnico-amministrativo. E una riorganizzazione degli spazi interni all’edificio che “apre” le aule verso l’esterno, in modo da allargarsi nei corridoi all’occorrenza. Ieri, durante la giornata delle porte aperte, il dirigente scolastico Andrea Bordiga ha accompagnato un nutrito manipolo di genitori, tecnici e amministratori in un accurato tour dell’edificio. Presenti l’assessore all’istruzione in lingua tedesca Stefan Frötscher, il progettista e direttore dei lavori Bruno Marth, l’architetta Barbara Verdorfer, incaricata dal Comune di redigere lo studio di fattibilità della conversione del Maiense, la direttrice dell’ufficio scuole Alice Bertoli.

Una ritrutturazione-lampo, tra il novembre dell’anno scorso e il maggio del 2018, per la quale sono stati spesi 1 milione e 800mila euro comprensivi di Iva, più 300mila per gli arredi. Parte dell’arredo ancora in buono stato della vecchia sede di via Cavour è stata portata al Maiense. Banchi e sedie classici, non certo le sedute ergonomiche e i banchi candidi comprati per la nuova scuola.

Del vecchio edificio è rimasto solo l’involucro, mentre la divisione interna è stata ridisegnata per ospitare l’intera scuola, prima divisa tra due edifici. Le difficoltà maggiori, spiega l’ingegner Marth, si sono riscontrate nell’adeguamento dell’impianto termico e di quello elettrico e nella sostituzione delle finestre, ormai vetuste. È stato dato grande peso alla qualità dell’acustica, fondamentale perché tutti possano capirsi tra di loro e per ascoltare l’insegnante. Il risultato sono quattro piani per dodici aule, la biblioteca, l’aula di musica, quella di educazione tecnica, quella di informatica e le stanze di servizio. Le aule per le lezioni, non molto grandi (d’altra parte è ferma intenzione di Bordiga mantenere le classi al di sotto dei venti alunni), sono divise dai corridoi attraverso pareti prefabbricate provviste di finestre, in modo che insegnante e alunni possano mantenere il contatto nel caso serva più spazio, per esempio quando si svolgono lavori di gruppo. Ed è prevista un’“aula dell’inclusione”, una stanza per alunni in situazioni particolari o che non si sentono troppo bene. All’esterno, al posto della piscina del convitto femminile – ormai inutilizzata da tempo – ci sono l’aula di scienze e quella di arte, entrambe provviste di lucernari e ampie vetrate. E poi il cortile, con un parcheggio per il personale e un campo da gioco adatto alle lezioni di educazione fisica all’aperto e alla ricreazione e pensato anche come punto di ritrovo pomeridiano per i ragazzi del quartiere. Manca la palestra: le ore di ginnastica vengono svolte nella vicina scuola elementare.

La scuola media tedesca di Maia Alta ha trovato finalmente una casa degna. Resta da vedere cosa sarà delle condizioni delle scuole superiori, e in particolar modo dello School Village. Costruito anche quello negli anni ‘70, ora reclama una ristrutturazione.













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