Il vento trasporta i pesticidi dalla Venosta alla val Monastero 

Lo studio. L’Ufficio per la natura e per l’ambiente del Cantone dei Grigioni segnala l’attraversamento del confine Si riapre la vicenda giudiziaria sul libro Das Wunder von Mals e la campagna dell'Umweltinstitut di Monaco di Baviera


Sara Martinello


Tubre. Di qua dal confine, l’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler comunica di non avere alcuna intenzione di ritirare la propria querela contro l’autore del libro “Das Wunder von Mals”, Alexander Schiebel, la Oekom Verlag e l’Umweltinstitut di Monaco. E mentre in Alta Venosta gli attivisti di “La via di Malles” aspettano con apprensione l’udienza del 27 novembre, dalla Svizzera si leva l’allarme: spinti dal vento, i prodotti fitosanitari impiegati in Alto Adige attraversano il confine e arrivano fino a Valchava, paese a circa 16 chilometri da Malles.

È quel che emerge da una campagna di misurazione condotta dall’Ufficio per la natura e per l’ambiente del Cantone dei Grigioni in collaborazione col parco naturale Biosfera Val Müstair pubblicata due giorni fa. «Più ci si allontana dal confine, più rapidamente diminuiscono sia il numero sia la quantità dei prodotti fitosanitari comprovabili, in misura tale che non bisogna assumere che questi esplichino effetti nocivi», avvertono gli scienziati elvetici. Ma restano sul chi va là, dal momento che la val Monastero punta sull’agricoltura biologica ed è un parco naturale regionale.

Le rilevazioni degli studiosi.

La val Monastero si estende al di là di Tubre, da Müstair al passo del Forno. Tre i punti di misurazione della concentrazione di pesticidi nell’aria tra il 12 aprile e l’8 novembre 2019, con raccolta dei campioni ogni tre settimane. Si è applicato lo stesso metodo impiegato dall’Umweltinstitut di Monaco di Baviera, cioè attraverso campionatori passivi.

Al confine tra Italia e Svizzera il picco più alto lo si è registrato fra il 14 giugno e il 5 luglio (1000 nanogrammi per campione). Nello stesso periodo, a Müstair (a circa 1,5 chilometri dal confine) si è misurato un valore di 300 nanogrammi, mentre ai margini di Valchava i valori più elevati sono stati rilevati nel corso delle settimane successive, tra il 5 luglio e il 16 agosto. Durante l’intero periodo in analisi la concentrazione totale è stata di oltre 3500 nanogrammi al confine (dove sono stati individuati 10 diversi pesticidi), di circa 1100 a Müstair (con sette varietà) e intorno ai 300 a Valchava (dove i pesticidi si riducevano a tre).

In sintesi, dice la relazione illustrativa, «l’inquinamento complessivo da prodotti fitosanitari misurato nel 2019 rispetto al dato rilevato a Corces l’anno precedente nella zona del confine era dieci volte inferiore, a Müstair 30 volte e a Valchava 100».

Attenzione alta.

L’Ufficio ambiente del Cantone dei Grigioni precisa che queste concentrazioni comportano una bassa probabilità di produrre effetti nocivi e che non destano preoccupazioni per la salute delle persone. «Ma visto che i prodotti fitosanitari vengono trasportati dal vento e diffusi su lunghe distanze e che determinati principi attivi sono nocivi anche in quantità minime (ad esempio per gli esseri viventi acquatici) c’è una forte necessità di agire sul loro impiego». Il 5 febbraio 2021 dovrà essere discussa in Parlamento l’iniziativa popolare “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici”, liquidata il 27 febbraio 2019 dal Consiglio federale. Nel programma 2020-24 del parco naturale Biosfera Val Müstair sono state previste misure analoghe.

La vicenda giudiziaria.

Nel frattempo si riapre la vicenda giudiziaria sul libro “Das Wunder von Mals” e sulla campagna dell’Umweltinstitut bavarese che ha portato alla querela per diffamazione e per violazione del marchio Südtirol-Alto Adige. Gli agricoltori che hanno firmato la querela, i presidenti dei consorzi Vog e Vip, il Bauernbund, la Bauernjugend e le organizzazioni che rappresentano le aziende agricole a conduzione familiare si sono pronunciati contro l’accordo extragiudiziale proposto dai legali di Schuler a Schiebel, alla casa editrice Oekom e all’Umweltinstitut. «Poiché la nostra offerta di pacificazione non è stata accettata dobbiamo considerare la trattativa fallita e il procedimento va quindi riaperto».

Quando qualche settimana fa gli interessati hanno manifestato disponibilità al confronto, l’assessore ha annunciato che avrebbe ritirato la denuncia a determinate condizioni. I legali delle due parti si sono poi messi in contatto per chiarire gli elementi procedurali e i contenuti, ma la trattativa si è rivelata difficile. «Le azioni, le e-mail e i video degli interessati diffusi dai media durante i colloqui tra gli avvocati hanno fatto capire che non c’era alcuna volontà di arrivare a una transazione extragiudiziale», afferma Schuler.













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