Innovazione

La guida turistica è smart con l’app “meranese” 

Insieme a due compagni di studi alla Bocconi, la 22enne Laura Taranto ha sviluppato un’applicazione con itinerari e curiosità su Milano che si adatta ai gusti di chi la usa



MERANO. Con la stagione estiva alle porte e tanta voglia di tornare a visitare le città d’arte, sembra calzare a pennello l’idea di un gruppo di studenti universitari di Milano i quali recentemente hanno lanciato “aMuse”: una applicazione per smartphone che mette a disposizione tutte le informazioni necessarie per visitare le attrazioni culturali offerte da città come Venezia, Firenze, Milano e Roma.

Tra gli ideatori di questa semplice ma a suo modo rivoluzionaria app c’è la 22enne meranese Laura Taranto la quale, assieme ai colleghi Lorenzo Mattei e Ravi Francesco Srinivasan, sta portando avanti il progetto nell’ambito del suo periodo di studio universitario in Bocconi.

Viaggi, studio e impresa.

I tre ragazzi si sono ritrovati accomunati dalla passione per i viaggi e dal desiderio di contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano, in particolare di renderlo facilmente fruibile in tempo reale a tutti quelli che per un motivo o per l’altro ne vogliono sapere di più, ad esempio, su un certo museo o su una certa chiesa. «Fin da piccola ho sempre viaggiato molto, e ora quando viaggio non voglio mai perdermi nulla: passo ore a pianificare le vacanze in quella particolare località, cercando di capire cosa possa offrirmi dal punto di vista culturale», spiega Laura Taranto.

Più o meno a tutti deve essere capitata l’esperienza di aver pianificato una vacanza e al ritorno da questa essersi resi conto di non aver visitato una particolare attrazione. «Assieme ai miei due colleghi abbiamo pensato di ideare un sistema per aiutare i turisti ad avere una visita completa del luogo scelto e allo stesso tempo divertirsi nella massima flessibilità, visto che una guida costa e rende meno autonomi», spiega la studentessa, che a luglio si laureerà presso l’Università Bocconi con l’idea di iscriversi immediatamente a un master in International Management, sempre presso lo stesso ateneo milanese.

«La Bocconi è un ambiente ovviamente diverso rispetto alla mia Merano, ti apre la mente e offre tante opportunità. Molti studenti qui pensano alle start-up, vista la presenza di tante persone con ottime idee. Ho conosciuto Lorenzo e Ravi, mi hanno chiesto di entrare a far parte di questo progetto e da lì in poi è stata una alternanza tra studi universitari e implementazione dell’app, attiva come demo dal primo giugno a Milano, dove già si può fare un tour del centro città grazie alle audioguide di aMuse», sottolinea Taranto, che aggiunge: «In sostanza, grazie a questa app, se un visitatore è appassionato del medioevo, grazie allo sviluppo di intelligenza artificiale che l’applicazione contiene si viene indirizzati verso le attrazioni principali e quelle nascoste che la città può offrire, assieme a una serie di aneddoti, informazioni curiose e particolari poco noti. Non è una app standard con la quale tutti vedono esattamente le stesse cose, ma proprio sulla base delle nostre preferenze la app ragiona e ci propone un ventaglio di offerte che potrebbero interessarci. Audioguide prive di tecnicismi che trasformano l’intera città in museo con la speranza di avvicinare molte più persone alla cultura».

Il target e gli sviluppi.

La particolarità di aMuse è quindi la capacità di adattarsi alle esigenze e ai gusti del visitatore. Per questo motivo, il target iniziale dell’app non è quello dell’appassionato d’arte. Piuttosto, è diretta a tutta quella fascia della popolazione che comunque visita chiese e musei seppur in modo distratto, proprio perché non si prenderebbe la briga di seguire una guida o di googlare informazioni sui luoghi che visita. «Se posso sintetizzare, l’effetto di questa app potrebbe essere quello di diffondere in modo più capillare la cultura, associando alla visita una serie di informazioni curiose che possano rimanere fissate nell’universo esperienziale del visitatore», sottolinea Taranto.

Basta guardare la ricchezza degli itinerari offerti da aMuse sulla città di Milano per capire la potenzialità di questa nuova app, una cui versione (in questo caso una demo) è già attiva per il capoluogo lombardo ma che come detto presto verrà estesa a Venezia, Firenze e Roma. E a Merano? «Merano è nel mio cuore, quindi per me sarebbe un sogno un giorno poter portare questa app anche nella mia città. Ovviamente per ragioni di numeri abbiamo iniziato con grandi città, visto il lavoro che c’è dietro ad ogni itinerario, ma se qualcuno volesse aiutarci a portarla anche in riva al Passirio sarei più che felice», conclude la studentessa meranese. J.M.













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