la mostra

Merano Arte spegne 25 candeline 

La galleria. Per il suo quarto di secolo, l’associazione regala ai visitatori una mostra “impegnata” che parte da una frase di Vilém Flusser La sua fondazione nel 1996 ha colmato un vuoto e completato l’offerta turistica con uno sguardo costante anche alla produzione locale


Jimmy Milanese


MERANO. È passato un quarto di secolo da quando a Merano nel 1996 nacque l’associazione artistica privata Merano Arte, fondata da Herta Wolf Torggler e da pochi anni nelle mani di Martina Oberprantacher, capace di colmare un vuoto pesante in una città d’arte allora priva d’uno spazio espositivo. Un compleanno festeggiato con la nuova mostra “Arte è – 25 anni Merano Arte”, che potrà essere visitata fino al 24 ottobre nello spazio espositivo al civico 163 di via Portici.

Un vuoto da colmare.

Un compleanno che in un certo senso spiega anche l’evoluzione culturale di Merano negli ultimi decenni. Infatti, alla metà degli anni Novanta del secolo scorso Merano era sicuramente una città capace di esercitare una forte attrattiva turistica, ma ai molti visitatori risultava priva di spazi tematici che con il tempo sono poi sorti arricchendo l’offerta culturale in modo determinante. Un’offerta che sempre più è dovuta andare incontro alle esigenze di un turismo il quale a partire dalla fine degli anni Ottanta ha iniziato a rivolgersi sempre più a quelle località alpine in grado di mettere sul piatto un più ampio ventaglio di proposte che andassero oltre il semplice paesaggio montano e le passeggiate tra boschi e laghi.

Ad esempio, grazie alla determinazione dell’ex presidente Luis Durnwalder e contro la volontà di molti meranesi, nel 2001 vennero aperti i Giardini botanici di Castel Trauttmansdorff, oggi considerati tra i più belli e tra i più visitati d’Europa. Sebbene già nel 1900 a Merano fosse stato inaugurato il più antico museo civico dell’Alto Adige – peraltro in una sede angusta e fuori mano – si dovette attendere fino al 2015 per l’apertura del Palais Mamming Museum, che oggi fa bella mostra di sé nel centro storico. Un’attesa durata oltre vent’anni, dopo che nel 1991 l’immobile era stato acquistato dal Comune e per il quale subito si resero necessari importanti e interminabili lavori di restauro e consolidamento. Le Terme di Merano, invece, vennero inaugurate solo nel 2005 e oggi rappresentano un importante volano per il turismo nel Burgraviato, ma anche su quel progetto i meranesi si divisero.

Una nascita e una svolta.

Insomma, tutto questo a conferma dell’importanza di Merano Arte che 25 anni fa faceva capolino nella sua sede nella Galleria Raffl, in piazza Duomo, e che da 20 anni vive e produce arte di respiro internazionale nella sua importante sede di via Portici. Una nascita che segna anche un’importante svolta artistica e culturale per tutta la città, proprio per il suo carattere interetnico, con uno sguardo costante anche alla fiorente produzione artistica locale.

Dall’opera all’esperienza.

«Le opere d’arte sono suggerimenti per esperienze future» è la celebre frase del filosofo Vilém Flusser che funge anche da titolo d’invito alla mostra celebrativa dei primi 25 anni di vita di Merano Arte. Interessato alla comunicazione e a vari aspetti della produzione artistica, il filosofo ceco era in grado di scrivere in tre lingue e a un certo punto della sua vita prese perfino la cittadinanza brasiliana. Una citazione scelta non a caso dalle due curatrici del progetto “Arte è - 25 anni Merano Arte” Martina Oberprantacher e Ursula Schnitzer, anche in considerazione del fatto che i coniugi Flusser si trasferirono a Merano nell’agosto del 1972 in un momento di passaggio tra il loro periodo brasiliano e il ritorno nel Vecchio continente.

Il rapporto tra bellezza e arte.

Non uno ma ben otto i curatori scelti per la mostra, tra quelli che già in passato hanno collaborato con Merano Arte. Si tratta di Valerio Dehò, Luigi Fassi, Sabine Gamper, Günther Oberhollenzer, Andreas Kofler, Anne Schloen, Magdalene Schmidt e Susanne Waiz, che sono andati alla ricerca di una rappresentazione plastica di questa frase entrata nei libri d’arte e che si generò proprio dal particolare rapporto epistolare tra Flusser e l’amica Regina Klaber Thusek, la quale dal regime fascista fu confinata proprio a Merano, dove passò il resto della sua vita. In una lettera del 23 gennaio 1976 all’amica e artista apolide, Flusser scrisse che «le opere d’arte sono suggerimenti per esperienze future». La frase era parte di un dialogo tra i due sul rapporto tra bellezza e arte considerata all’epoca kitsch. Flusser intendeva il kitsch come qualcosa di piacevole e familiare, a differenza della bellezza, vista appunto come un suggerimento che deve essere appreso, anche con fatica. A 45 anni dalla sua formulazione, questa citazione legata alla storia culturale recente di Merano costituisce il punto di partenza della mostra. Per Flusser, come per molti altri artisti, il soggiorno in una città multiculturale esercitò un impatto fondamentale per lo sviluppo delle successive teorie sviluppate tra gli anni ‘70 e ‘80. Perciò sono numerosi gli aspetti della sua impostazione teorica che da sempre trovano un corrispettivo nelle questioni poste dalle mostre tematiche a Merano Arte, come il dibattito sull’arte contemporanea o la concezione di sé e del proprio operato come associazione artistica.

 













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