Operai, la protesta in Provincia 

Crisi Solland. Un pugno di lavoratori sotto la sede della giunta accusa le istituzioni di connivenza con «gli amici della Svp» I sindacati arrivano all’accordo: percorsi formativi intensivi e assunzione nel pubblico per tutti coloro che ne hanno bisogno


Sara Martinello


Bolzano/merano. Non hanno propriamente disertato l’incontro col presidente della Provincia Arno Kompatscher, con Eco Center e coi sindacati, come aveva dichiarato martedì il rappresentante Uiltec ed ex rsa Raffaele Falasca. Ma hanno creato condizioni precise per il tavolo di confronto previsto per ieri pomeriggio a palazzo Widmann. Muniti di cartelli, i lavoratori ex Solland Silicon ieri si sono presentati in piazza Magnago per un’azione dimostrativa. Un canto del cigno levato contro i muri delle istituzioni. Poi, l’ingresso nel palazzo della Provincia, e due ore seduti a un tavolo insieme ai segretari provinciali di Filctem, Femca e Uiltec.

“Sei aste volutamente falsate dal vincolo Aia per far scappare gli investitori e far crollare la base d’asta è turbativa d’asta. Perché non interviene il magistrato?”. E ancora: “Anche in presenza di un investitore certificato dal Mise (Mb Solar, ndr) la fabbrica va demolita perché troppo italiana”, “Sono mesi che l’esposto dei lavoratori Solland è fermo su un tavolo della Procura della Repubblica mentre quello di Eco Center contro gli operai è già attivo. Cosa c’è da nascondere?”, “Kompatscher + Magnago + Mellarini + Rösch: cinque anni di bugie per giustificare la chiusura della Solland e regalarla agli amici Svp meranesi. E la magistratura dov’è?”. Pure ben più lunghi di semplici slogan, i cartelli esposti da una decina di lavoratori sotto le finestre della Provincia sintetizzano tutte le risposte che parte dell’opinione pubblica ha voluto dare agli interrogativi sollevati dalla crisi Solland. Dietrologie, attribuzioni di colpa, questione etnica e rancore, forse. Ma per un pugno di lavoratori esausti dopo anni di lotte quelle frasi richiamano momenti di amarezza e di angoscia, senso di impotenza.

Pare che la protesta ormai possa avere solo finalità mediatiche, vista la generale presa d’atto della posizione di Kompatscher. Resta almeno la prospettiva del lavoro, resa possibile grazie a Cgil, Cisl e Uil. In mattinata i segretari di categoria hanno firmato insieme a Eco Center e Ufficio del Lavoro un verbale d’incontro – poi presentato a palazzo Widmann nel pomeriggio – per il ricollocamento di tutte le maestranze, dai sei lavoratori sospesi martedì agli otto andati via prima di poter essere assunti a tempo indeterminato e che ancora non sono stati rioccupati, fino a quelli ancora impegnati nello stabilimento di Sinigo. «Da metà gennaio – spiega Stefano Parrichini (Filctem-Cgil) – potranno seguire un percorso formativo per conseguire il patentino di bilinguismo e corsi sulla sicurezza, per esempio sull’uso dei defibrillatori. Dureranno due mesi e saranno a tempo pieno, e soprattutto saranno accessibili a tutti coloro che a mano a mano saranno sospesi dall’impiego. Pure per l’ultima persona che rimarrà prima della bonifica. Nel pomeriggio ho fatto ulteriori richieste a Kompatscher in ambito linguistico, in modo da rafforzare le competenze necessarie in Alto Adige». Da Parrichini la buona notizia: «C’è già un accordo con una società del trasporto pubblico perché chi acquisisca i requisiti sia assunto. Superato il periodo di prova di 12 mesi sotto la gestione di Eco Center, potranno essere assunti stabilmente. Altrimenti rientreranno in Eco Center e si cercherà un altro sbocco lavorativo».













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