Rinchiusi in casa 66 gatti Anziana donna denunciata 

Blitz in due appartamenti del Burgraviato. I mici erano costretti a vivere tra gli stenti Sono stati tutti salvati e dati in cura alla struttura della Sill. L’allarme lanciato dai vicini



Merano. Un’anziana donna meranese ha rimediato una denuncia a piede libero a seguito del ritrovamento, in due appartamenti che aveva in uso nella zona del Burgraviato, di 66 gatti (40 in un appartamento, 26 in un altro) dai quali non intendeva assolutamente separarsi.

Sono stati alcuni vicini di casa nello stabile in questione ad avvisare le autorità dopo che la situazione negli ultimi giorni, anche sotto il profilo prettamente igienico, era diventata sempre più critica e difficile da gestire, complice pure le ondate di gran caldo.

In effetti i gatti in questione, tra cui anche alcuni cuccioli , erano costretti a vivere costantemente all’interno degli appartamento ove l’anziana li andava a trovare per dar loro da mangiare e da bere. Sfamare 66 gatti ogni giorno non è cosa da poco anche sotto il profilo prettamente economico.

In effetti la situazione nelle ultime settimane pare fosse sfuggita di mano alla donna che non si era accorta che alcuni degli animali erano denutriti e sofferenti per difficoltà a trovare il cibo necessario. Sotto questo profilo l’intervento delle autorità sanitarie è stato provvidenziale. Preso atto della situazione e della ferma opposizione della donna a permettere un intervento esterno, si è reso necessario pure l’intervento della Procura della Repubblica che ha sequestrato le bestiole disponendone il ricovero alla Sill. Alcuni dei mici dovranno essere curati e rimessi in sesto dopo la prolungata situazione di difficoltà e sofferenza. Una volta risolto il problema dell’assistenza degli animali la Procura ha anche provveduto ad iscrivere la donna sul registro degli indagati per violazione dell’articolo 727 del codice penale. Si tratta di un reato contravvenzionale che in sostanza punisce il maltrattamento di animali costretti a vivere «in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze».













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